Sarah Scazzi/Udienza del riesame finita ieri sera dopo sette ore

Sarah Scazzi/Udienza del riesame finita ieri sera dopo sette ore Entro sabato la decisione dei giudici su Sabrina

Taranto, 12 nov. (Apcom) - E' durata circa sette ore l'udienza camerale del Tribunale del riesame che doveva decidere sul ricorso presentato dalla difesa di Sabrina Misseri per ottenere la scarcerazione o in alternativa una misura cautelare meno rigida. La prima sezione del Tribunale, presieduta da Alessandro De Tommasi, relatore Massimo De Michele a latere Benedetto Ruberto, avrà tempo adesso fino a domani, intorno alle 13, prima della chiusura delle cancellerie, per prendere la sua decisione e liberare Sabrina Misseri, così come richiedono gli avvocati difensori Vito Russo ed Emilia Velletri, oppure confermare la detenzione preventiva in carcere così come chiedono il procuratore aggiunto Pietro Argentino e il sostituto Mariano Buccoliero, che formano l'accusa della Procura della Repubblica di Taranto.Nel corso dell'udienza i legali hanno evidenziato in quattro punti i motivi per i quali, secondo loro, Sabrina Misseri non poteva essere arrestata. La prima eccezione riguarda la convalida del fermo eseguita con notevole ritardo, da parte del gip Martino Rosati. Ma Vito Russo ed Emilia Velletri hanno anche eccepito sull'uso delle dichiarazioni di Sabrina nel corso di precedenti interrogatori, ai quali la ragazza era stata sottoposta come persona informata sui fatti, ma non solo. In discussione i legali Russo e Velletri hanno evidenziato come l'ultimo interrogatorio a cui è stato sottoposto Michele Misseri in carcere è stato svolto con delle modalità fuori dal normale, in particolare, è stata contestata la presenza della criminologa Roberta Bruzzone, che secondo la difesa non aveva titolo a partecipare all'interrogatorio, ma soprattutto non poteva fare domande e suggerire risposte allo stesso Michele Misseri. L'accusa, da parte sua, ha evidenziato ricostruendo nei dettagli il racconto fatto dal padre di Sabrina, Michele Misseri, che ha in un primo momento chiamato in correità la figlia e successivamente ha addossato a quest'ultima tutte le responsabilità.(segue)

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