Terzo polo/ 'Avvenire': Non c'è bisogno di un terzo pasticcio

Terzo polo/ 'Avvenire': Non c'è bisogno di un terzo pasticcio Dubbi su posizione Fini su valori, ma albero si vede dai frutti

Roma, 16 dic. (Apcom) - "Dopo la stagione dei due pasticci, non c`è bisogno di un terzo pasticcio, ma di un 'di più', di un`azione convincente che indichi una volontà e una prospettiva diverse": lo afferma il direttore di 'Avvenire', Marco Tarquinio."Verrebbe da dire - prosegue il direttore del giornale dei vescovi in risposta alla lettera di un lettore sul terzo polo - c`è necessità di una scelta 'gratuita' di servizio agli interessi primari del Paese. L`Udc di Pier Ferdinando Casini ha agito spesso in questa legislatura da 'opposizione responsabile', ieri questa impostazione è diventata - a parole e in qualche gesto - l`atteggiamento programmatico di un coordinamento parlamentare che riguarda un centinaio di deputati e senatori di Udc, Api, Mpa e Fli. Alle radici di questo 'soggetto' ci sono i seri grumi di sospetto che anche lei ricorda (la storia politica di Gianfranco Fini e le posizioni assunte su importanti questioni valoriali da lui e da vari dei suoi), ma gli alberi - come sempre - si riconoscono dai frutti che danno. E questi contano".Se per il lettore di 'Avvenire' "i cattolici insomma! Sono loro che in questo momento hanno in mano il pallino della situazione", il direttore del quotidiano della Cei sostiene che "occorre che chi è in politica da cattolico si 'muova' e dimostri di avere idee, capacità d`interlocuzione, punti di riferimento e obiettivi chiari".

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