Salute/ Quasi il 50% delle polmoniti viene contratto in ospedale

Salute/ Quasi il 50% delle polmoniti viene contratto in ospedale E tasso di mortalità è più alto rispetto a chi la contrae fuori

Roma, 24 ott. (TMNews) - Quasi il 50% delle polmoniti viene contratto in ospedale. E' lo sconcertante risultato dallo studio sulle polmoniti, condotto su circa 2.000 pazienti di 55 reparti di Medicina Interna d'Italia e presentato al 112esimo congresso nazionale della Società italiana di medicina interna (Simi) a Roma. Nel dettaglio, il 18% delle polmoniti è "nosocomiale" ossia si contrae per un'infezione acquisita in ospedale; il 30% insorge in soggetti che hanno frequenti contatti con le strutture sanitarie: day hospital, istituti di riabilitazione o per malati cronici anziani (Health care-associated pneumonia). Solo il 51,6% dei pazienti si ammala fuori dagli ospedali, "in comunità".Un dato ancora più allarmante è che il tasso di mortalità di chi contrae la polmonite nosocomiale è del 18%, quasi pari a quello dei soggetti che vengono contagiati durante un day hospital o altre procedure sanitarie, il 17%. Invece, la mortalità di chi si ammala di polmonite fuori dall'ospedale (Cap) è bassissima: il 7%. Chi prende la polmonite durante un ricovero impiega inoltre più tempo per guarire: 19 giorni contro i 15 di chi contrae la malattia in comunità."La polmonite nosocomiale e quella che insorge in comunità ma che è associata a procedure sanitarie sono le più gravi, in quanto causate dagli stessi batteri che si sviluppano negli ambienti ospedalieri e si selezionano, diventando molto più resistenti agli antibiotici che qui vengono usati in dosi importanti", spiega Mario Venditti del dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive al policlinico Umberto I e professore associato della prima facoltà di medicina e chirurgia all'Università La Sapienza di Roma. "Durante un day hospital, per esempio - precisa Venditti - si possono acquisire germi che poi vengono portati a casa, con il pericolo di contagiare anche gli altri di questa stessa grave forma della malattia che, per guarire, ha bisogno dell'uso di molti più farmaci"."Dovremmo tutti finalmente capire che rimanere in ospedale a lungo è pericoloso, perché è un ricettacolo di batteri", commenta Francesco Violi, presidente Simi, direttore della I clinica medica al policlinico Umberto I e professore ordinario di medicina interna all'Università La Sapienza. "I ricoveri più lunghi del dovuto possono complicare le degenze con malattie e infezioni che portano fino alla morte".

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