Crisi/ Tassa Ue su transazioni finanziarie, i dubbi dell'Italia

Crisi/ Tassa Ue su transazioni finanziarie, i dubbi dell'Italia Espressi dell'ambasciatore Nelli Feroci all'Ecofin a Bruxelles

Bruxelles, 8 nov. (TMNews) - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è ripartito da Bruxelles per Roma stamattina senza partecipare al Consiglio Ecofin, ma l'Italia ha comunque aggiunto la sua voce, durante il dibattito fra i ministri, a quelle dei paesi contrari alla proposta di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nell'Ue.A esprimere i "seri dubbi" di Roma sulla proposta è stato, come sempre quando il governo non è rappresentato da un suo membro (un ministro o un sottosegretario), al Consiglio Ue, il rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, Ferdinando Nelli Feroci.Nota con il nome improprio di 'Tobin tax', la proposta è stata avanzata a fine settembre dalla Commissione europea ed è sostenuta dall'asse franco-tedesco, nonché dalla Spagna e dal Belgio.Come la Gran Bretagna, che guida l'opposizione al progetto insieme alla Svezia, l'Italia ha sostenuto oggi che la tassa dovrebbe essere globale e paventato che non sia efficace se limitata solo all'Ue o, peggio, alla sola Eurozona (nel caso più che probabile che si debba ricorrere a una 'cooperazione rafforzata' per evitare il veto di Londra). In altre parole, si teme una delocalizzazione di parte delle attività finanziarie fuori dall'Ue (o dall'Eurozona) per evitare il pagamento della tassa.Simile a un'altra delle obiezioni britanniche è anche la seconda perplessità italiana, espressa all'Ecofin dall'ambasciatore Nelli Feroci: il dubbio che i costi della tassa, alla fine, siano trasmessi dagli operatori finanziari ai consumatori (o "ai contribuenti e ai pensionati", come ha sottolineato il ministro inglese, George Osborne).La terza obiezione italiana, infine, riguarda il possibile impatto negativo sui mercati secondari dei bond, ovvero sulla compravendita dei titoli di Stato successiva alla loro emissione (a cui non si applica la tassa). Questo, argomenta l'Italia, potrebbe tradursi in ulteriori problemi per il rifinanziamento del debito sovrano di quei paesi che sono già in difficoltà in seguito alla crisi dell'euro.

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