Pd, Bersaniani attaccano Franceschini, è scontro sul segretario

Pd, Bersaniani attaccano Franceschini, è scontro sul segretario L'attuale leader chiama Bersani e D'Alema per protestare

Roma, 30 set. (Apcom) - E' scontro nel Pd, uno scontro duro che, nel giorno in cui Francesco Rutelli sembra muovere un passettino verso la porta di uscita dal partito, apre prospettive imprevedibili a tre settimane dalle primarie democratiche. La battaglia è sul voto dei circoli: da statuto serve a selezionare i candidati che vanno alle priarie, strumento designato per l'elezione del nuovo segretario. Ma i bersaniani, per bocca del coordinatore della mozione Filippo Penati, accelerano i tempi, esultano per il successo tra gli iscritti e mandano una sorta di avviso di sfratto a Dario Franceschini ("Di fatto non è più il segretario", ha detto Penati), scatenando la reazione del segretario, che chiama Perluigi Bersani e Massimo D'Alema alzando la voce: io resto segretario fino alle primarie, come previsto dallo statuto; così si distrugge il partito, non me; adesso serve una smentita.La presa di distanze arriva, sia da Bersani che da D'Alema, ma arriva anche una replica di Penati, che rincara la dose, e una di Gianni Pittella, responsabile organizzazione della mozione Bersani, che ribadisce il concetto. A dimostrazione del fatto che la polemica è tutt'altro che chiusa e che non si è trattato di uno 'scivolone' di Penati.Già nei giorni scorsi si erano avute delle avvisaglie della tempesta: sempre Penati aveva commentato il voto nei circoli, che vede Bersani in netto vantaggio con circa il 54-55% e Franceschini tra il 36% e il 38%, parlando di "grande elezione popolare", come se il congresso fosse già finito. E Enrico Letta aveva detto di più: "Gli iscritti hanno scelto Bersani segretario", pur precisando che non voleva in alcun modo "mancare di rispetto agli elettori delle primarie". Parole che già a caldo erano state commentate dal coordinatore della campagna di Franceschini, Ettore Rosato: "La partita si gioca alle primarie. Così si delegittima il partito, non solo Dario Franceschini. Ma, del resto, sono gli stessi che hanno impedito a Veltroni di fare il segretario e che in questi anni hanno bruciato un leader dopo l'altro. Continuano con lo stesso stile".Ieri Penati è tornato sull'argomento, parlando appunto di Franceschini come "non più segretario, di fatto". Replica subito Fassino ("Penati è inaccettabile, mina l'unità del partito"), poi Franceschini chiama Bersani e D'Alema per protestare. Ma dopo pochi minuti arriva una nuova nota di Penati, concordata con Bersani, nella quale si rilancia, chiedendo una "gestione collegiale" fino alle primarie. Gestione collegiale che, ribattono dalle parti di Franceschini esiste già, visto che la segreteria da più di un mese è allargata anche a Bersani e Marino. O forse è meglio dire esisteva, visto che Franceschini oggi ha pure sconvocato la segreteria, dopo lo scoppio della polemica.Nel pomeriggio sono arrivate le prese di distanza di Bersani e D'Alema. Dice Bersani: "Sgombriamo il campo da ogni equivoco più o meno interessato. Franceschini, come è ovvio e come è giusto, è a pieno titolo il segretario del Pd così come prevede lo statuto, e ha la nostra piena collaborazione come è stato fin qui. Nei momenti significativi, anche nella fase congressuale, abbiamo sempre trovato il modo di garantire l'unità delle posizioni del Pd. Sono sicuro - aggiunge Bersani - che così avverrà anche in questa fase". Rosy Bindi, se da un lato prende le distanze da Penati ("Le sue parole non mi sono piaciute"), poi attacca Franceschini e Marino: "Alle primarie ci tengo quanto e forse più di Marino e Franceschini ma non si puòsvilire il libero voto degli iscritti, come se non contassenulla".Il tutto, mentre Rutelli avverte che il Pd non può essere un "partito socialista" e che "se il fazzoletto si restringe...". Parole che Giusepp Fioroni commenta così: "E mi fa impressione che proprio lo stesso giorno (in cui Rutelli lancia il suo allarme, ndr) Penati dica quelle cose. Se qualcuno vuole vincere la partita a tavolino evitando lo sforzo delle primarie il 25 ottobre, ad andarsene non sarà solo Rutelli ma centinaia di migliaia".

© RIPRODUZIONE RISERVATA