Iran, Negoziati segreti con Teheran, Obama esposto personalmente

Iran, Negoziati segreti con Teheran, Obama esposto personalmente Lo rivela il Time: tre interventi diretti del presidente

Roma, 20 ott. (Apcom) - C'è una buona fetta dell'autorità di Barack Obama in gioco nei risultati dei negoziati a Vienna tra occidentali ed esperti iraniani sul futuro delle riserve di uranio arricchito della repubblica islamica. Questo perchè negli ultimi quattro mesi, secondo quanto rivelato da fonti dell'amministrazione statunitense al Time, Obama è intervenuto personalmente tre volte nel corso delle trattative segrete e multilaterali con gli iraniani. Il dossier è dunque diventato un esame non solo sulle intenzioni di Teheran nel settore nucleare, ma anche sull'efficacia delle iniziative del presidente degli Stati Uniti per limitare le ambizioni della repubblica islamica attraverso un mix di sanzioni, avvertimenti e incentivi.I colloqui "dietro le quinte" sono iniziati a giugno, quando le autorità iraniane hanno comunicato all'Agenzia internazionale per l'energia atomica che il loro Paese stava esaurendo il combustibile per un antico reattore di ricerca costruito nel 1967 da tecnici americani per gli Shah. L'Iran ha chiesto l'aiuto dell'organo delle Nazioni Unite per la sicurezza nucleare per acquistare altre lastre di uranio arricchito usate nel reattore per produrre isotopi per terapie tumorali, radiografie e insetticidi. L'Aiea ha a sua volta discusso la richiesta con gli Stati Uniti."Abbiamo visto un'apertura molto rapidamente", ha dichiarato a condizione dell'anonimato un responsabile dell'amministrazione coinvolto nei negoziati multilaterali che ne sono scaturiti. Gli Stati Uniti si sono dunque resi conto di poter correggere la lavorazione di lastre specializzate provenienti da una fonte "non ortodossa": l'uranio arricchito a basso livello in segreto negli anni precedenti dall'Iran, in violazione delle richieste del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nella centrale di Natanz. Stati Uniti, Israele e altri alleati avevano stimato che le riserve iraniane erano sufficienti, se gli ispettori fossero stati allontanati e gli impianti riconvertiti, a produrre materiale per una bomba atomica. Quindi, l'idea che la repubblica islamica potesse accettare di inviarne la maggior parte all'estero perchè fosse trasformato in lastre innocue per il reattore di ricerca è subito parsa una soluzione opportuna per disinnescare le tensioni.

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