Università/ Con riforma fondi ministero solo ad atenei virtuosi

Università/ Con riforma fondi ministero solo ad atenei virtuosi Oggi a palazzo Chigi: discriminante diventa la `meritocrazia'

Roma, 23 ott. (Apcom) - È una riforma dell'università dai contenuti decisamente importanti quella che verrà presentata oggi a palazzo Chigi, subito dopo l'ultimo esame da parte del Consiglio dei ministri. La linea di demarcazione rispetto all'attuale modello accademico è tracciata da una nuova ripartizione dei fondi ministeriali per sovvenzionare gli atenei: grazie alla quale il governo intende dire addio ai sovvenzionamenti `a pioggia' per fare largo all'assegnazione dei fondi solo alle università più `virtuose'; viceversa per quelle che chiuderanno i bilanci in rosso si prospetta il blocco dei finanziamenti ma anche delle assunzioni di nuovi docenti e ricercatori.Tutte le novità contenute nel nuovo regolamento `per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca', ad iniziare dai 525 milioni di euro pari al 7% del cosiddetto `Fondo ordinario', si riconducono ad una parola chiave: meritocrazia. Per determinare la graduatoria delle università migliori il Miur ha già reso noti i parametri di riferimento: la qualità dell'offerta formativa e i risultati dei processi formativi; la qualità della ricerca scientifica; la qualità, l'efficacia e l'efficienza delle sedi didattiche.Determinante sarà lo `spessore' delle pubblicazioni realizzate da docenti e ricercatori, oltre che il livello delle lezioni svolte in aula: i due terzi del fondo ordinario saranno assegnati, non a caso, in base alla qualità della ricerca e un terzo in base alla qualità della didattica. Per chi non si adeguerà, limitandosi a svolgere didattica ed esami, scatterà il dimezzamento dello scatto biennale di stipendio e l'impossibilità di accedere a livelli di docenza superiori.Per docenti e ricercatori diventerà indispensabile realizzarepubblicazioni, sotto forma di libri, ma anche di articoliscientifici, il cui grado di qualità verrà comunque verificatoogni due anni da un'apposita Anagrafe nazionale (aggiornata conperiodicità annuale da parte dello stesso Miur). La produttivitàscientifica sarà determinante: "coloro che nel precedentetriennio non abbiano effettuato pubblicazioni scientifiche (...)sono esclusi - si legge nel nuovo regolamento - dallapartecipazione alle commissioni di valutazione".

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