Falsa partenza per il processo a Karadzic: Anche oggi assente

Falsa partenza per il processo a Karadzic: Anche oggi assente Proteste dei familiari delle vittime all'Aia e a Sarajevo

L'Aia, 27 ott. (Apcom-Nuova Europa) - Falsa partenza per il processo a Radovan Karadzic. L'ex leader serbo-bosniaco, chiamato a rispondere di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante il conflitto di Bosnia (1992-95), nonsi è presentato ieri alla prima udienza e ha fatto sapere che non sarà in aula neppure oggi. "Non boicotta il processo, non lo evita, non ha rinunciato al suo diritto di presenziare, ma semplicemente chiede più tempo per prepararsi", ha argomentato Marco Sladojevic, uno degli 'assistenti giuridici' dell'imputato, che in aula intende però difendersi da solo.Karadzic aveva chiesto 10 mesi supplementari per elaborare la propria linea difensiva e che aveva annunciato la scorsa settimana la decisione di non presentarsi. Il processo è stato aggiornato a oggi e il giudice che presiede - il sud-coreano O-Gon Kwon - potrebbe decidere di procedere anche senza l'imputato, che deve rispondere di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra per il suo ruolo nel conflitto bosniaco del 1992-95.Il rinvio de facto del processo ha suscitato l'ira dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime della guerra di Bosnia, con circa 100.000 morti, 2,2 milioni di profughi e molte ferite mai del tutto rimarginate. Un capitolo particolarmente tragico è quello del massacro di Srebrenica del luglio 1995, quando furono trucidati oltre 7.000 uomini e giovani musulmani. Karadzic, si legge nell'atto d'accusa, "aveva concepito con altre persone un progetto condiviso per eliminare i musulmani di Srebrenica, uccidendo gli uomini e i ragazzi e cacciando le donne, i bambini e parte degli anziani".Ieri mattina di fronte al Palazzo del Tribunale dell'Aia un centinaio di persone - essenzialmente donne, le 'madri di Srebrenica' - hanno manifestato contro l'assenza al processo di Karadzic, motivo del rinvio a domani dell'apertura del procedimento. In aula, una trentina di parenti delle vittime hanno dato sfogo alla loro rabbia urlando e protestando, dopo che il giudice ha deciso di aggiornare l'udienza.

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