Guantanamo/ Gb, ex detenuti vogliono pubbliche udienze su torture

Guantanamo/ Gb, ex detenuti vogliono pubbliche udienze su torture Governo chiede che si tengano a porte chiuse

Roma, 27 ott. (Apcom) - Sette degli undici ex detenuti britannici del carcere militare statunitense di Guantanamo, i quali avevano denunciato la presunta complicità dei servizi segreti de Regno Unito nelle pratiche di tortura, hanno chiesto all'Alta Corte britannica che il relativo procedimento venga dibattuto pubblicamente.Il governo britannico ha invece richiesto che le udienze si svolgano a porte chiuse: i legali dello Stato affermano infatti che in caso contrario potrebbero risentirne i rapporti della Gran Bretagna con altri Paesi, e che in ogni caso le prove fornite dall'esecutivo non dovrebbero essere rivelate ai legali della difesa.Gli Stati Uniti potrebbero infatti restringere la condivisionedelle informazioni di intelligence se l'Alta Corte britannicadovesse rendere pubbliche alcune parti di una sentenzariguardante Binyam Mohamed, presunto terrorista che avevadenunciato di essere stato torturato nel carcere militare diGuantanamo.Nel 2008 infatti l'Alta Corte aveva accettato le accuse diMohamed sottolineando come gli Stati Uniti avessero rifiutato difornire informazioni importanti ai legali dell'uomo, un cittadino britannico di origine etiope. I giudici avevano però secretato parte della sentenza su richiesta del governo britannico, notando tuttavia che la riservatezza equivaleva di fatto a nascondere "prove di gravi irregolarità da parte degli Stati Uniti".Il tribunale, dopo le denunce presentate da numerose testate, sta ora valutando la possibilità di rendere pubblica l'interasentenza; il Segretario di Stato americano Hillary Clinton hatuttavia avvertito l'omologo David Miliband che in questo caso la cooperazione in matera di intelligence potrebbe soffrirne.I servizi segreti britannici avrebbero scoperto almeno 15possibili casi in cui i funzionari si sarebbero resi complici diviolenze e maltrattamenti su presunti terroristi. Nel luglioscorso erano stati alcuni parlamentari britannici a chiederel'apertura di un'inchiesta sul ruolo dei servizi nelle presuntetorture inflitte in Pakistan a cittadini britannici: funzionaridell'Mi5 avrebbero consegnato dei presunti terroristi allasicurezza pachistana perché venissero interrogati con metodiviolenti e torture, pratiche smentita dai servizi di sicurezzaattraverso un comunicato trasmesso dal Ministero degli Interni:"Non abbiamo mai partecipato, sollecitato, condonato oincoraggiato l'uso della tortura".I sospetti erano stati fermati in Pakistan su richiesta dellaautorità britanniche, ma erano stati lasciati nelle mani dell'Isi (i servizi pachistani) prima di essere poi interrogati da funzionari dell'Mi5; privi di qualsiasi assistenza legale oconsolare, erano stati rimpatriati senza alcuna formaleestradizione ed arrestati al loro arrivo nel Regno Unito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA