Napolitano: Pinelli vittima. No giustificazioni per terroristi
Roma, 10 mag. (Apcom) - Ci sono voluti quarant'anni perchè la
stretta di mano tra Gemma, la vedova del commissario Calabresi, e
Licia, la vedova dell'anarchico Pinelli, potesse avvenire sotto
gli occhi dei figli e del presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Un incontro attentamente preparato e voluto dal capo
dello Stato che ha invitato per la prima volta la signora Pinelli
al Colle per il Giorno della memoria delle vittime del
terrorismo. Prima di entrare nel Salone dei Corazzieri Napolitano
si è intrattenuto con le due signore e con i loro figli, poi,
pochi istanti prima dell'inizio della cerimonia, è stata la
vedova Calabresi a fare il primo passo, avvicinandosi alla moglie
di Pinelli per una stretta di mano e un saluto.
Nella sala del Quirinale i parenti delle vittime. Non manca un
accento polemico nelle parole di Maria Cristina Ammaturo, figlia
del vicequestore Antonio Ammaturo, ucciso nel 1982: secondo lei
"le famiglie di ex esponenti del terrorismo hanno trovato posto
in prima fila mentre le famiglie delle vittime sono state
relegate nelle ultime file". E se il figlio del carabiniere
Giuseppe Mazzola invita a non fare polemiche ritenendo "penoso"
l'atteggiamento di chi oggi vuole polemizzare anche sulla
presenza della signora Pinelli, ambienti del Quirinale precisano
che tutti i posti in prima fila erano occupati dai rappresentanti
delle singole associazioni di parenti delle vittime, nessuno
escluso. Gli stessi ambienti fanno notare che anche chi nei
giorni scorsi ha manifestato dubbi e perplessità sulla presenza
della vedova di Pinelli oggi è andato a stringerle la mano.
Napolitano, da parte sua, con la voce rotta dall'emozione, ha
sottolineato come oggi si squarci il velo del silenzio sulla
figura di Pinelli. A Giuseppe Pinelli, ha spiegato il presidente,
si devono "rispetto ed omaggio" perché rappresenta "la figura di
un innocente che fu vittima due volte, prima di pesantissimi
infondati sospetti e poi di un'improvvisa, assurda fine". Non si
tratta di "riaprire o di rimettere in questione un processo" ma
di compiere "un gesto politico e istituzionale, si rompe il
silenzio su una ferita, non separabile da quella dei 17 che
persero la vita a piazza Fontana e su un nome di cui va
riaffermata e onorata la linearità, sottraendolo alla rimozione e
all'oblio".
Restituito l'onore a Pinelli, Napolitano è tornato con parole
dure a condannare certi atteggiamenti di ex terroristi. L'anno
scorso aveva stigmatizzato gli ex terroristi, condannati con
sentenze definitive, che cercano e trovano "tribune" mediatiche e
televisive dove raccontare la loro storia e la loro visione degli
anni di piombo. Il concetto viene ribadito anche quest'anno: un
certo "rumore di esibizioni" si è attenuato ma ci sono ancora
"memorie romanticheggianti" di quegli anni che non sono
accettabili. Il capo dello Stato ci tiene a precisare che "non si
può scambiare l'eversione, l'attacco criminale allo Stato e alle
persone per manifestazioni di dissenso o contestazione politica".
"Per quelle scelte, per quei comportamenti - insiste il
presidente - non c'è giustificazione o attenuante possibile".
In particolare, il discorso si riferisce ai casi di Cesare
Battisti e Marina Petrella, per i quali Napolitano ha preso
posizioni ufficiali e inviato messaggi e appelli ai presidenti
Lula e Sarkozy. "Attenzione e rigore - ha detto Napolitano - ho
dovuto mostrare in tempi recenti nell'esercizio delle mie
prerogative nei rapporti con i capi di Stato della Francia e del
Brasile per trattamenti incomprensibilmente indulgenti riservati
a terroristi condannati per fatti di sangue e da lungo tempo
sottrattisi alla giustizia italiana".
Infine, Napolitano invita a guardare avanti ma senza dimenticare
soprattutto perchè "occorre un impegno costante di trasmissione
della memoria e di diffusione della cultura della tolleranza e
della convivenza pacifica". In particolare, il presidente invita
ad essere vigili sulle possibili "strumentalizzazioni della
tensioni sociali" nate e prosperate con la crisi economica.
Vep