A Cantù, in centinaia per l’ultimo saluto ad Ambra. «Vive in noi, ma il dolore è incolmabile»

Abbraccio collettivo ai genitori della giovane postina, poi il lancio di palloncini bianchi Don Chiarolla: «Va costruita una società nella quale siano rispettati i diritti dei lavoratori»

«Io la rivedrò forse come la vedevo anni fa, il suo grembiule bianco, i capelli che le cadevano sulle spalle, questa bambina dolcissima, spensierata».

Il ricordo arriva all’inizio del funerale da don Stefano Chiarolla, coetaneo di Ambra Sala Tenna, la portalettere di 29 anni morta dopo l’incidente di giovedì mattina - 28 aprile - a Mariano, mentre stava consegnando la corrispondenza. «C’è il bisogno di condividere il nostro dolore per la costruzione di una società in cui siano rispettate le regole della strada e i diritti dei lavoratori», la sottolineatura del sacerdote.

Tristezza e dolore per una morte avvenuta sul lavoro: l’impatto, risultato letale nel giro di neanche 24 ore, dello scooter di Poste Italiane con un furgone. Voglia di sperare. Perché Ambra, che in un suo ultimo gesto di generosità ha donato i suoi organi, in un certo senso continua a vivere in chi ha ricevuto il suo regalo. L’espianto, eseguito nel rispetto di un suo desiderio espresso negli anni. Arrivano in tanti, per i funerali, celebrati - ieri - dalle 15.30. Le sezioni dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi sono presenti con i gonfaloni.

Le lacrime sui volti di tantissimi ragazzi e ragazze. La chiesa di San Michele piena, con centinaia di persone arrivate per salutare Ambra. La sua famiglia. I colleghi delle poste. Gli amici e i docenti del liceo artistico Fausto Melotti, frequentato prima di proseguire gli studi all’Accademia di Brera. Ma c’è anche un mazzo di rose bianche lasciato dai compagni delle elementari. E poi, i tantissimi giovani con cui Ambra ha stretto amicizia, a Cantù e non solo. All’ingresso, anche qualche palloncino bianco. Liberato poi alla spicciolata nel cielo. Dopo che il feretro parte per il cimitero e diversi presenti si scambiano abbracci e sguardi gonfi di pianto.

(Christian Galimberti)

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