Amianto, soldi per i privati a Mariano
Ma ancora silenzio sull’ex Magistri

La Regione ha appena stanziato un milione di euro per la bonifica delle abitazioni. Colomo (5 Stelle): «Dimenticano gli edifici pubblici». Alberti (Lega): «Il Comune è isolato». Borgonovo(Centrosinistra): «Noi abbiamo fatto la nostra parte, Milano è assente»

La palla è nelle mani dell’assessorato all’Economia regionale che ancora oggi non è riuscito a dare delle risposte sul caso dell’ex Itis di Mariano. Perché mentre tarda a concretizzarsi l’investimento da 200 mila euro per la bonifica del tetto della scuola ormai abbandonata di via Rutschi da parte della Regione, nonostante la diffida del Comune a intervenire, lo stesso Palazzo Lombardia ha messo sul tavolo un milione di euro per finanziare la rimozione dell’amianto dagli edifici privati, tramite un bando pubblicato nei giorni scorsi.

Una beffa per i Cinque Stelle. «Il primo a dare il buon esempio sulla rimozione dalle lastre in eternit dovrebbe essere l’ente regionale che, invece, ancora oggi non ha nemmeno avviato il cantiere di bonifica della copertura dell’ex Itis che è di sua proprietà» accusa la candidata Carmen Colomo.

«Fanno opere solo per glorificare sé stessi ma quando si tratta di intervenire su edifici pubblici dei territori comunali ecco che si dimenticano di farlo» aggiunge.

Duro anche il vicesindaco uscente, Fermo Borgonovo: «A quanto pare stanno facendo ora la progettazione dell’intervento sull’ex Itis dopo che due anni fa la stessa Regione ci aveva promesso che nel giro di 8 mesi si sarebbe rimosso l’amianto dal tetto dell’istituto, parlando della data di ottobre 2017 - commenta il candidato del centrosinistra -. Invece, solo a inizio anno hanno iniziato la progettazione del lavoro». E chiarisce: «La Regione deve intervenire su un edificio di sua proprietà su cui noi abbiamo fatto un progetto per la creazione di una nuova Tenenza dei Carabinieri, dimostrando sempre attenzione alla sicurezza».

Per la Lega, invece, il Comune sta scontando tutto il suo isolamento. «All’’atteggiamento della diffida, al di là di essere un atto corretto burocraticamente, era meglio preferire il dialogo con la Regione, affrontando il tema in maniera collaborativa» spiega il candidato del centrodestra Giovanni Alberti.

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