«Attenzione, qui esplode tutto»: il truffatore accende il fumogeno

Cabiate Falso tecnico dell’acqua fugge e mani vuote per la pronta reazione dei due padroni di casa

Una truffa, con la scusa di controllare le tubature dell’acqua, andata a vuoto per la prontezza e il sangue freddo di un anziano; una andata a segno, con la fuga e la mancata consegna del resto da parte di due venditori occasionali di frutta.

Nel giro di pochi giorni Cabiate è stato al centro di due episodi deplorevoli, soprattutto perché hanno come protagonisti, due persone anziane.

Il primo ripropone il copione divenuto ormai abituale ma con una “variante” sconcertante: il falso addetto non ha esitato ad accendere un fumogeno i cui effetti hanno in breve invaso i locali dell’abitazione.

Un’azione escogitata per controllare il malfunzionamento delle tubature dell’acqua, con conseguente pericolo per i gioielli, l’oro e il denaro, a rischio di disintegrazione. Protagonista è stato un giovane alto circa un metro e 65, magro, di carnagione chiara, con un cappellino di lana e che parla correttamente l’italiano.

Ha suonato alla porta di una villetta di Cabiate alle 9,30. «Sapeva che a quell’ora avrebbe trovato in casa solo mia madre -racconta la figlia della coppia - Mio padre però, contrariamente alle sue abitudini, è rientrato prima e si è trovato l’intruso alle spalle, mentre saliva al piano superiore. “Sono il figlio del vigile e sono venuto per fare dei rilievi – ha detto - Ho già parlato con sua moglie e pure con sua figlia”. Ha detto il mio nome ed alcuni particolari per convincere mio padre. Ed ha parlato anche di mio zio, che abita nei pressi. Evidentemente deve aver pedinato i miei genitori».

Nel frattempo l’intruso è salito in cucina fino ad arrivare al lavandino dove ha tolto il tappo. «Devo mettere questa sostanza nelle tubature e fare una prova» detto alla coppia, «agitando un contenitore con un prodotto arancione - così prosegue il racconto della figlia - Dopo essere entrato a viso scoperto si è messo la mascherina e ha chiesto a mio papà di prendere gli ori e i soldi e metterli nel frigorifero, perché poteva scoppiare tutto».

La scena però ha messo in allarme il cabiatese che ha cercato il cellulare per avvisare la figlia. Accortosi che lo aveva lasciato al piano inferiore, è sceso, inseguito dal truffatore che, mentre urlava che stava per scoppiare tutto, ha lanciato un fumogeno.

«Mio papà però non si è fermato e ha fatto il mio numero -conclude la figlia - Quando l’intruso ha sentito che ho risposto è uscito di casa, di corsa. Mio papà ha provato ad inseguirlo ma poi ha sentito sbattere una portiera e una macchina, probabilmente con un complice, allontanarsi, sgommando».

Quindi la truffa del mancato resto. Un signore ha acquistato della frutta da un camioncino che si era posizionato davanti casa. Ha pagato con 50 euro ma al posto del resto di 30 euro, ha visto il furgone allontanarsi a tutta velocità. Ha riferito poi ai familiari che i truffatori erano due uomini, probabilmente italiani.

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