Cantù, allarme per la droga “shaboo”
Arrestati due stranieri in centro città

Il caso Processo per direttissima in tribunale a un filippino di 34 anni e a un cinese di 31 anni. Sentenza rinviata, ma restano in carcere. Fermati fuori da un bar: trovati poi a casa 25 grammi

Non sono sequestri tanto frequenti. Ce n’erano stati in passato, soprattutto a Como, ma ora lo shaboo è ufficialmente arrivato anche a Cantù. Stiamo parlando di una droga potentissima, dieci volte più devastante della cocaina, spesso gestita da persone in arrivo dall’Asia dove è assai diffusa e consumata.

La chiamano la droga dei kamikaze, perché si dice che fosse utilizzata per dare coraggio ai militari giapponesi prima delle azioni suicide. La chiamano anche la droga degli zombie, perché un uso eccessivo e prolungato porta a devastare completamente il volto di chi la consuma.

Poliziotti da Milano

Di shaboo si è parlato ieri mattina in Tribunale a Como, nel processo con il rito direttissimo successivo all’arresto di due persone in centro a Cantù.

Si tratta di un cittadino delle Filippine, dove questa droga è molto diffusa, Gypsy Coloma (34 anni, senza fissa dimora) e di un cinese con domicilio nella “Città del Mobile”, Junjie Xu di 31 anni. I due sono stati fermati nel corso di un controllo effettuato dagli agenti del Commissariato di Milano Lambrate che evidentemente – essendo il blitz avvenuto a Cantù – li stavano tenendo d’occhio. Il primo controllo è avvenuto all’esterno di un bar, dove i due sospettati sono stati fermati, identificati e perquisiti (anche nell’auto che stavano usando), il secondo nell’appartamento abitato dal cinese. In totale, nelle mani degli agenti di polizia del commissariato meneghino sono rimasti poco meno di 25 grammi di shaboo, sostanza trovata suddivisa in tre contenitori diversi.

La giustificazione

L’operazione è andata in scena nella giornata di venerdì. Nel primo involucro di plastica (termosaldato) sono stati trovati poco meno di 17 grammi della citata droga sintetica, nel secondo 2,7 grammi (questi due sarebbero stati trovati nelle disponibilità del cittadino filippino) mentre l’ultimo, di 5,3 grammi sarebbe stato trovato nel borsello dell’uomo cinese assieme a 1.090 euro in contanti. Soldi che l’arrestato avrebbe detto di aver ricevuto dalla propria famiglia. Secondo gli inquirenti, invece, quel denaro era la prova dell’attività di spaccio della pericolosa sostanza stupefacente.

Entrambi – davanti al giudice nel processo per direttissima che si è tenuto ieri mattina – avrebbero detto che lo shaboo era per uso personale. L’avvocato dei due arrestati, Rosalba Canossi del foro di Milano, ha chiesto infine i termini a difesa per entrambi, ottenendo il rinvio dell’udienza alla prossima settimana.

Nel frattempo il giudice Maria Elisabetta De Benedetto ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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