Cantù, il parroco taglia le messe
E “striglia” i fedeli

Don Xodo: «Due preti in meno, nessun sostituto. Ma qui mancano anche cantori, organisti e chierichetti e molti arrivano alle celebrazioni con ritardi cronici»

La chiesa, alle prese con la crisi delle vocazioni, ha bisogno di nuovi sacerdoti e suore. Ma anche i fedeli devono fare la propria parte, partecipando in maniera attiva alla vita della parrocchia e alle celebrazioni.

E dovrebbero anche modificare le proprie abitudini, visto che oggi uno su tre tra coloro che partecipano alla messa arriva in ritardo o se ne va in anticipo. Forse anche entrambe le cose. Per non parlare della difficoltà di reperire persone che vogliano accompagnare con i canti o raccogliere le offerte. A bacchettare i canturini è don Fidelmo Xodo, prevosto della comunità pastorale di San Vincenzo, che raccoglie le parrocchie del centro città oltre a Fecchio e Intimiano.

L’occasione, la presentazione ai cittadini di una nuova ridistribuzione delle messe celebrate nella comunità, in vigore dal 16 novembre, concordata dai sacerdoti «tenendo presente che ogni anno in Comunità si celebrano 300 funerali e 40 matrimoni», sottolinea don Xodo nel bollettino parrocchiale. Arrivare dappertutto, insomma è impossibile.

«Rispetto al 2017 abbiamo due preti in meno, ma nessun sostituto». Ma anche i fedeli possono fare di meglio: «A Cantù, per fare alcuni esempi - evidenzia il prevosto - non c’è nessun diacono permanente, alcune celebrazioni non hanno cantori, organisti, chierichetti o voci guida; a volte bisogna implorare qualcuno perché porti i doni all’altare o perché raccolga le offerte tra i fedeli, il gruppo dei lettori andrebbe arricchito con nuove voci ben preparate... e che dire del ritardo cronico con cui alcuni arrivano alla Messa (in alcune chiese si raggiunge il 30%!) o dell’“urgenza” di uscire mentre ancora il prete sta congedando l’assemblea?».

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