Cantù: ’ndrangheta, applausi al processo
«Sgomberate l’aula del tribunale»

Il legale di un imputato: «Più rispetto per i testimoni». Boato e intervento del presidente. «Neanche a Locri scene così». Clima rovente all’interrogatorio di un buttafuori. Tutti identificati

Udienza ad alta tensione, ieri mattina in tribunale, nel processo contro i presunti giovani ’ndranghetisti accusati di avere tentato - in parte anche riuscendoci - di mettere le mani sulla movida di piazza Garibaldi a cavallo tra gli anni 2016 e 2017.

Dopo la deposizione di alcune delle vittime di una serie di pestaggi e minacce, sulla poltroncina dei testimoni si è seduto Daniele Scolari, 32 anni, responsabile della sicurezza della discoteca “Spazio Renoir”. Scolari, che ha spiegato di essere amico di Giuseppe Morabito, 32 anni, uno degli imputati, ha tentato di “ridimensionare” («cose che capitano», ha detto) alcuni degli episodi su cui il magistrato dell’antimafia Sara Ombra lo stava interrogando.

Quando il pm ha iniziato a muovergli una serie di contestazioni evidenziando una serie di discrasie con il contenuto degli interrogatori che, da persona informata sui fatti, lo stesso Scolari aveva reso all’epoca dell’indagine, l’avvocato Ivana Anomali - che difende l’imputato Valerio Torzillo - si è alzata chiedendo al tribunale «più rispetto per i testimoni».

Apriti cielo. Dal pubblico - composto per lo più dai parenti degli imputati, genitori, zii, cugini e fidanzate - si sono alzati un boato e un applauso, sui quali il presidente del tribunale Valeria Costi non ha inteso transigere, ordinando subito lo sgombero dell’aula. «Neanche nei processi a Locri ho visto mai cose del genere», ha detto il pubblico ministero visibilmente alterata, mentre i carabinieri, sempre per disposizione del presidente del tribunale, procedevano all’identificazione di tutti i presenti tra il pubblico, operazione peraltro non facilissima, visto una certa ritrosia da parte di alcuni a esibire i documenti. Il processo è poi ricominciato con la riapertura dell’aula.

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