Cantù, un aggredito dalla baby gang
«Poteva anche scapparci il morto»

I due episodi venerdì sera in piazza degli Alpini e quella successiva in via Ariberto. Il racconto e l’appello: «Sembrano ragazzini ma sono pieni d’odio. Qualcuno deve intervenire»

«Qualcuno deve intervenire: questi sono un pericolo. Poteva anche scapparci il morto. Erano pieni d’odio. Alcuni di loro hanno in mente solo la violenza. Ti sembrano bambini, ma sono dei delinquenti. Assurdo perché non ci si può sentire sicuri a Cantù, in pieno centro. Dove la sera sono in giro questi».

Così uno dei ragazzi trentenni aggrediti questo fine settimana dalla baby gang - il gruppo al completo è formato da una ventina di adolescenti, tra i 15 e i 17 anni - ferito alla testa dal lancio di una lattina. Inseguito dal branco. A La Provincia racconta cosa è successo questo fine settimana in centro: i due episodi, le aggressioni in piazza degli Alpini, venerdì sera, e in via Ariberto, sabato sera.

«Qualche punto di sutura»

«In un certo senso, io me la sono cavata con qualche punto di sutura, il mio amico con un pugno alla mandibola. Ma poteva finire diversamente. Se ci avessero raggiunti, poteva andare in un altro modo. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni - aggiunge - Ma dov’è la giustizia? Ma perché chi compie questi gesti, e so che alcuni di loro hanno raccolto svariate denunce, non vengono messi in una situazione di non nuocere agli altri? Ci vorrebbero più controlli».

Venerdì sera, 22.30. Due amici escono per una pizza e per guardarsi la partita dell’Inter. Poi tornano verso casa: «Incrociandoli in zona piazza degli Alpini, uno di loro ha toccato dentro l’altro mio amico: cercavano il pretesto, ma non sapendo chi fossero, alle loro prime parole gli abbiamo un po’ risposto a tono. Questi sono impazziti. In tempo zero, uno mi ha tirato una lattina in testa. Noi abbiamo proseguito camminando velocemente, pensando fosse finita lì. Invece ci stavano inseguendo con bastoni, spranghe e quant’altro. Ci siamo messi a correre».

«Hanno distrutto la porta»

I due ragazzi hanno provato a cercare riparo in uno stabile: «Siamo entrati nella scala di un edificio. Ci siamo salvati per cinque secondi. Abbiamo chiuso la porta con uno di loro dietro: in pratica l’abbiamo spinto fuori. Ci siamo spostati. Abbiamo chiamato i Carabinieri. Più tardi abbiamo visto che avevano distrutto la porta».

Sabato, altra serata. La baby gang litiga - e scatta il secondo ferito alla testa del fine settimana - con un altro gruppo di ragazzi.

«Sono andati a cercare con spranghe e sassi dei ragazzi con cui avevano litigato - conclude il giovane - Chiamati i Carabinieri, questi sono spariti. Si sono divisi a gruppi di due o tre, nelle varie viette. A un certo punto, una decina di loro camminava per strada trascinando almeno un paio di mazze per terra. E sono andati verso l’edificio in cui, la sera prima, avevamo cercato riparo. E dove poi è stata trovata una mazza fatta a pezzi. E delle pietre».

E conclude: «I Carabinieri hanno sequestrato tutto. Sono convinto che sabato la mazza da baseball l’abbiano portata apposta per compiere quell’atto intimidatorio».

Christian Galimberti

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