Carla e Pia, addio a 101 anni
Lutto per le nonne di Cantù

La prima li aveva compiuti a febbraio , domani rito a San Teodoro. Entrambe erano accudite in famiglia. Per la Dolci è stato fatale il coronavirus

Entrambe erano nate quando l’Italia si era appena messa alle spalle la Grande Guerra e la terribile influenza Spagnola, entrambe hanno vissuto il secondo conflitto mondiale e il boom economico.

Entrambe hanno tagliato e superato il traguardo del secolo di vita ed entrambe se ne sono andate nella propria casa, circondate dai propri cari, che hanno scelto di evitare ricoveri inutili per poter dare loro un addio colmo d’affetto più che di dolore. Sembrano legate da un filo invisibile Carla Cappelletti e Pia Dolci, scomparse a 101 anni nel volgere di poche ore, portate via dall’età l’una e dal Covid l’altra.

La figlia ricorda Carla

Carla Cappelletti era la maggiore tra le due, avrebbe compiuto i 102 anni in settembre. Da quando si era sposata con Antonio Bianchi, mancato nel 2012, viveva in via Carlo Cattaneo, dove è rimasta sino all’ultimo. Lo dice con serenità, la figlia Cristina, perché l’idea che il distacco avvenisse sola avrebbe reso tutto più amaro.

«Mia madre – racconta – in ospedale non c’è mai stata fino al 2015, quando si è rotta un femore, a 95 anni. Ha avuto in sorte il dono della salute, e scherzando mi diceva che l’importante era che stesse bene dalla vita in su, che fosse lucida». E lo era, eccome. Ancora relativamente autonoma, nella sua casa, pur assistiva, allenava la mente con parole crociate e cruciverba. E solo il giorno prima di andarsene chiedeva alla figlia di cucinarle un bel piatto di pasta, con il ragù che lei stessa aveva cucinato. La vita non è sempre stata facile, prosegue, l’esperienza della guerra, che le ha portato via il fratello Spartaco Cappelletti, finanziere, a soli 22 anni, «ma è sempre stata una donna con un carattere forte, e la salute l’ha aiutata tanto». Il funerale si terrà domani alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Teodoro.

Pia e il racconto dalla figlia

Pia Dolci, invece, aveva compiuto 101 anni in febbraio. Sempre con i figli accanto, perché anche lei ha conservato una propria autonomia, benché con qualche indispensabile aiuto, e loro si alternavano nel passare la notte da lei, nella sua casa di via per Cucciago. Nata ad Ardenno, il primo paese della bassa Valtellina che si incontra procedendo in direzione del lago di Como.

Le sue origini sono lì, ma da settant’anni, buona parte dei quali vissuti accanto al marito Attilio Petrini, mancato una quindicina d’anni fa, è diventata canturina. Nonostante la grande attenzione e il vaccino non è riuscita a sconfiggere il Covid, che nella notte tra venerdì e sabato se l’è portata via: «Abbiamo preferito che restasse a casa – racconta la figlia Lucia – non potevamo pensare di portarla in ospedale e non vederla mai più. L’abbiamo coccolata fino alla fine, abbiamo sempre fatto tanto per lei. E lei ha fatto tanto per noi».

Nonna Pia si è dedicata ai sette figli crescendoli con amorevole rigore e quando l’età s’è fatta importate sono stati loro a prendersi cura di lei, Giulia - suora di clausura nel monastero della Visitazione di Como col nome di Maria Ancilla - Pio, Fausto, Lucia, Pietro e Assunta. Era stato un dolore grande, lo scorso agosto, la scomparsa di Sandra, a 72 anni. Riposerà accanto a lei, al cimitero di Cucciago. Nei prossimi giorni verrà fissata la data del funerale.

Silvia Cattaneo

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