Carugo, «Delitto nato
per un capriccio assurdo»

Le motivazioni della sentenza con cui Daniela Rho è stata condannata a 20 anni per la morte dell’ex marito

La volontà, perseguita con estrema determinazione, di screditare l’ex marito agli occhi dei giudici che di lì a poco avrebbero dovuto decidere dell’affidamento delle bambine: è questo il movente che ha spinto Daniela Rho ad escogitare quella serie di atti intimidatori sfociati con l’uccisione del coniuge, l’architetto Alfio Molteni, 57 anni.

È ciò che si legge nelle motivazioni, depositate nei giorni scorsi, della sentenza di condanna della donna a venti anni.

Una vera e propria «strategia del terrore». «L’obiettivo di tale piano - si legge in sentenza - consisteva nel fermare Molteni dal rivendicare i propri diritti di padre, nonché nel farlo apparire pericoloso agli occhi del giudice, o inserito in ambienti malavitosi, per far sì che nel procedimento di separazione gli fosse negato il diritto di visita e l’affidamento delle figlie minori».

Il giudice sottolinea le «circostanze particolarmente odiose» messe in atto dalla Rho, determinata appunto «dall’assurdo capriccio di escludere il padre dalla vita delle due figlie minori».

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