Carugo, i lavori di Molteni al setaccio
Sequestrati i computer dell’architetto

I testimoni: «Alfio era una persona corretta»

Al setaccio l’agenda personale della vittima

La caccia di una pista che possa condurre agli assassini di Alfio Molteni passa attraverso i computer, gli hard disc, gli archivi informatici e le agende che i carabinieri hanno sequestrato dallo studio di architettura della vittima a Mariano Comense. Una coltre di silenzio avvolge il lavoro dei detective del nucleo investigativo di Como che, da mercoledì della scorsa settimana, stanno indagando sull’agguato mortale all’architetto brianzolo ammazzato con due colpi di pistola sotto casa sua a Carugo.

Un’inchiesta che, inevitabilmente, non può lasciare nulla di intentato. Ad esempio i carabinieri hanno sentito decine di persone tra amici, parenti, collaboratori, colleghi e clienti di Molteni per comprendere chi potesse avercela così tanto con lui da bruciargli l’auto, tentare di mandargli a fuoco la casa, sparargli contro le finestre dell’abitazione e, infine, ammazzarlo.

Il quadro che ne sta emergendo è quello di un uomo descritto da tutti come gran lavoratore, corretto nei rapporti di lavoro e personali, senza vizi e all’apparenza senza nemici. Solo all’apparenza, però, visto il tragico epilogo di un’escalation di atti intimidatori iniziati lo scorso maggio.

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