«Celestina aveva paura di lui»
Cantù, delitto nato dentro casa

Parla la nuora Filomena Florio: «Ne ha subite di cotte e di crude, quando mio marito ha letto della confessione di Bellugi, è rimasto sconvolto»

«Celestina aveva paura. Ma non lo faceva vedere. Perché altrimenti non viveva. E non faceva vedere, che aveva paura, né a lui, né alla figlia. Ne ha subite di cotte e di crude». Sono queste le parole pronunciate in queste ore da Filomena Florio, la nuora di Celestina Castiglia, uccisa a 78 anni con sette coltellate da Massimiliano Bellugi, 40 anni, il suo quasi genero, convivente della figlia.

La Castiglia, ex bidella alla scuola d’arte di via Andina, viveva al piano terra nella casa al civico 18 di via Cartesio, una traversa di via Pitagora, a Vighizzolo di Cantù. Sopra, Bellugi, con Sonia Cristofaro, e i figli avuti da altre relazioni, sia di lui che di lei. Nessun quadretto idilliaco. Bensì un incubo quotidiano.

«Mio marito, stamattina, quando ha letto quello che c’era scritto sul giornale, è rimasto sconvolto - dice Filomena Florio - Ora è andato a fare un giro, perché non vuole pensare a tutto questo. Ha saputo da altri, cosa era successo a sua mamma».

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