Choc per la baby gang a Vighizzolo
«Alcuni giovani non temono nulla»

Stupore per i cinque adolescenti a processo per spaccio, danni e violenze al “Caimi”. L’esperta: «Un terzo degli studenti sperimenta droghe e anche l’eroina non è più tabù»

Anche se certe situazioni erano state intuite e persino denunciate, l’amarezza resta. Soprattutto tra chi, al centro sportivo “Toto Caimi”, propone l’aggregazione attraverso lo sport. E dove, in questi mesi, sono avvenute le vicende al centro di un processo che si appresta ad essere celebrato al Tribunale per i Minorenni di Milano.

Con cinque ragazzi di Cantù, tra i 15 e 17 anni, accusati a vario titolo di spaccio di droga - marijuana e hashish - danneggiamenti, percosse e, uno dei cinque, per violenza sessuale, per le molestie a danno di una ragazza di 16 anni. Intanto, si parla già dei risarcimenti per i vandalismi. Valerio Rossi, direttore sportivo del Basket Team Femminile ’92, constata innanzitutto che un primo effetto si vede già.

«Sarà l’inchiesta o il freddo, ma ultimamente ci sono stati meno danni - dice - certo, quando senti che fuori da una palestra o da un campo da calcio succedono queste cose, ti cadono le braccia. Speriamo che serva ai genitori. I ragazzi qui giravano prima al parchetto dietro le scuole, poi dentro il centro. Sapevo che c’erano stati controlli».

Coincidenza vuole che martedì, all’Enaip Factory di via Borgognone 12, dalle 18 alle 20, si svolgerà un convegno, “Droga, alcol e social network: le nuove generazioni sono allo sbando?”. Interverrà, fra gli altri, Sabrina Molinaro, coordinatrice di European School Survey on Alcohol and other Drugs. Non si stupisce della vicinanza dei giovani al mondo delle sostanze stupefacenti. «Un terzo degli studenti le sperimenta - spiega - L’eroina non è più un tabù e ci sono le nuove droghe, fatte anche con il liquido della batteria delle auto. Mentre manca l’informazione nelle scuole. Perché sono state tagliate le risorse».

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