Dall’Alaska al Messico in handbike. Chiara e il suo ragazzo nel Guinness

Cucciago Ventidue anni, cresciuta in paese, gira gli States in bici accompagnando il fidanzato. Hanno già percorso più di 5.400 km, entrando così nel libro dei record. «Ora siamo in California»

Nel Guinness dei primati, per il maggior numero di chilometri percorsi su una handbike. È la California, nel fantastico viaggio iniziato in Alaska, attraverso la costa occidentale degli Stati Uniti, a consegnare il record a Michiel Desmet, 36 di Anversa: al suo fianco, in bicicletta, Chiara Maffina, 22 anni, di Cucciago. E l’intenzione è di andare avanti. Anche oltre Los Angeles, come sin qui pianificato. Per arrivare in Messico. L’annuncio arriva attraverso la famiglia in queste ore. «Dopo quasi quattro mesi “on the road”, attraverso Alaska, Yukon, British Colombia, Alberta, Washington State, Oregon e ora California - il messaggio di Michiel e Chiara - abbiamo ufficialmente superato i 5mila e 421 chilometri, e abbiamo conquistato questo record. Speriamo che questo possa ispirare persone, disabili e “abili”, a a spingersi oltre i propri limiti e a sognare in grande».

Un’impresa che la coppia vuole condividere. «Grazie ai nostri sponsor per averci aiutato a sognare questo nella realtà e a tutte le persone che hanno supportato la nostra campagna di crowdfunding - dicono - Grazie agli Dei del ciclismo per il loro sguardo benevolo su di noi. Adesso inizieremo ad aggiungere altri duri chilometri sopra quanto realizzato. Attraverso la California. E, se potremo spingere oltre questo progetto, ancora più a Sud, in Messico». «Abbiamo battuto il record, lo stiamo festeggiando tutti insieme con i nostri amici - dice Michiel - Siamo felici di essere qui. E c’è pure dello champagne per la cerimonia ufficiale». Abbracci e sorrisi con altri ciclisti: c’è chi ha voluto condividere, ogni tanto, un tratto di strada con loro.

Le avventure, sin qui, per un viaggio con soste notturne in tenda, non sono mancate. Il tratto più duro, stile “into the wild”, probabilmente dall’Alaska al Canada. «Passare la frontiera significa pedalare per otto giorni senza supermercati - racconta Chiara a La Provincia dagli Stati Uniti - Quindi ti devi organizzare, ti devi preparare il cibo per otto giorni per due persone, in uno zaino da 40 litri, pieno di cibo disidratato. Abbiamo scelto lo zaino perché in Alaska ci sono i grizzly: nelle soste viene consigliato di mettere lo zaino su un albero con una corda. Una notte in un piccolo campeggio per cinque, sei persone, c’era un orso bruno che girava attorno, e non è stato bellissimo vederlo salire sul tavolo dove prima stavi mangiando. Anzi. Avevamo comunque uno spray al peperoncino per orsi, indispensabile per difendersi in caso di attacco».

Quello che più colpisce: «La generosità delle persone - dice Chiara - Una volta una famgilia filippina si è fermata per pranzare nel loro camper, io e Michi avevamo finito una salita lunghissima. Ci hanno detto: “Volete pranzare anche voi?”. Coscette di pollo marinate e ravioli cinesi fatti in casa. È stato un momento di condivisione bellissimo». «Ti apre proprio un mondo, viaggiare in bicicletta così - dice Chiara - Ti aiuta a vivere giorno per giorno, non puoi proprio pensare a dove potresti essere settimana prossima. Sei molto vulnerabile, vivi 24 ore su 24 fuori casa, nella natura o in mezzo alla gente. Quando incontri qualcuno, metti davvero tutta l’energia che hai». In un viaggio che continua.

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