È in rovina dopo gli espropri
Il questore gli blocca lo sfratto

L’imprenditore canturino che vive a Cecina aspetta mezzo milione di euro dallo Stato che non lo rimborsa e gli è anche stata pignorata la casa: ora una tregua

In una vicenda assurda, una buona notizia: è stato rinviato a data da destinarsi lo sfratto di Franco Arnaboldi, l’imprenditore canturino trapiantato in Toscana, a Cecina, da quarant’anni in causa con lo Stato che gli ha portato via illegittimamente la sua azienda agricola.

E che, nonostante i tribunali gli abbiano sempre dato ragione, fino alla Corte Europea, e gli spetti un risarcimento da oltre mezzo milione di euro, non ha ancora ricevuto un soldo.

Domani, martedì 7 maggio, avrebbe dovuto lasciare la sua casa di Collemezzano, messa all’asta per un decimo del suo valore per un debito da 8mila euro, debito che nemmeno era suo, relativo a una perizia che non doveva competere all’uomo, che oggi ha 78 anni.

Il questore di Livorno, ormai a ridosso dello sfratto, ha deciso di rinviarlo sine die. Arnaboldi non conosce le motivazioni di questa scelta, ma accoglie quello che è uno sviluppo positivo: «Non sto cantando vittoria, perché non so se questo porterà ad annullare definitivamente lo sfratto oppure no. Il fatto che intervenga un organo di polizia mi fa pensare che lo Stato non sappia come uscire da questa vicenda clamorosa». Vicenda che, salita alla ribalta delle cronache, ha fatto davvero il giro d’Italia.

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