Ex giocatori e tifosi sul palazzetto
«Cantù ci crede: ora o mai più»

Della Fiori: «Aspettiamo da 32 anni, è ora». Marzorati: «Occorre pazienza». Juary (Eagles): «Sarebbe segno del ritorno a livelli importanti». Da Cattini a Bolla: «Speranzosi»

Ci si crede, ci si vuole credere, ci si deve credere. Una cosa è certa, non sembra più esserci piano B per il nuovo palazzetto: come dire, o stavolta o mai più. Si è compiuto un passaggio fondamentale, verso la realizzazione del nuovo impianto - il terzo tentativo in trent’anni - perché è stata convocata la conferenza dei servizi decisoria relativa alla proposta progettuale promossa da Cantù Next Spa in associazione temporanea di impresa con Bennet, Nessi & Majocchi e Consonni Strade.

L’obiettivo, aprire il bando di gara per ottobre e avere la nuova arena per fine 2024. Obiettivo fondamentale, sottolinea il presidente della Pallacanestro Cantù Roberto Allievi. E tutti sono d’accordo con lui. Fabrizio “Ciccio” Della Fiori, non ha dubbi: «Dobbiamo vedere la Pallacanestro Cantù a Cantù. Ci abbiamo portato la sede, bisogna portare anche la squadra. Aspettiamo il palazzetto da 32 anni, è ora. E spero che la famosa legge secondo la quale non c’è due senza tre possa venire smentita. Ci sono delle aziende importanti coinvolte, serie, io spero che possa essere la volta buona. Cantù è stata troppe volte bistrattata».

L’attesa

I tifosi, neanche a dirlo, sono ovviamente dello steso parere, anche se si resta in attesa: «Sarò contento – conferma Francesco “Juary” Morabito degli Eagles – se un giorno vedremo giocare la nostra squadra nel nuovo palazzetto. Finché non ci giocheremo dentro non potremo essere tranquilli e attendiamo gli sviluppi. Ma è certo che società coinvolta è molto più convincente rispetto al passato, è del territorio. Realizzare il palazzetto sarebbe un segnale importante per il ritorno della Pallacanestro Cantù al livello che le compete, in A1 e in Europa. Un livello degno del tifo canturino».

Pierluigi Marzorati, pilastro della storia del basket canturino e non solo, sottolinea l’importanza di valorizzare la squadra: «Sul palazzetto occorre avere pazienza. Restiamo speranzosi, pur sapendo che è una strada molto difficile. Io resto sempre dell’idea, però, che occorra avere una squadra forte e in A1, non è una variabile, è condizione fondamentale. Per questo è importante non sottrarre investimenti alla squadra, perché se si resta in A2 un’arena da 6mila posti non serve. E punterei davvero molto sul settore giovanile, l’eccellente lavoro di Antonio Munafò non deve essere trascurato».

La fiducia

Giorgio Cattini, anche lui ex giocatore dei tempi migliori di Cantù, attende: «Aspetto fiducioso. Se non ce la fanno gli attuali promotori, onestamente non vedo alternative. Ma mi sembra che ci credano molto, che quindi le cose possano andare avanti, anche se purtroppo troveranno ostacoli fino in fondo». Parola d’ordine crederci anche per il referente cittadino di Confcommercio Alessandro Bolla: «Siamo speranzosi, dobbiamo esserlo. Di sicuro gli imprenditori coinvolti sono sani, hanno grande volontà. Il progetto andava rivisto e messo in ordine, ed è stato fatto. Da tifoso io dico che, pensando al ritorno in serie A1, è impensabile fare senza palazzetto».

Per questo bisogna essere tutti convinti, secondo l’imprenditore Sandro Pifferi: «Siamo costretti a crederci, dopo trent’anni. Ma occorre che tutti i soggetti coinvolti siano davvero convinti, occorre buttare via ogni paura. Altrimenti la mia generazione, questo palazzetto non lo vedrà mai».

Silvia Cattaneo
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