Folla per il funerale
di Piero Munafò
«In lui sport e valori»

Chiesa di Montorfano gremita, gente sul sagrato. All’addio dell’imprenditore canturino, fondatore con il fratello della Jumbo, anche i compagni di squadra dell’Oransoda. I ricordi: «Perdo un amico e fratello». «Un uomo libero»

Addio a Piero Munafò ieri mattina alle 9.30 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista a Montorfano. In non meno di 300 persone hanno partecipato alle esequie dell’imprenditore morto a 71 anni dopo una grave malattia. Una folla di amici e parenti, oltre alle maestranze della Jumbo, da lui fondata insieme con il fratello Antonio. Oltre a quest’ultimo erano presenti alla cerimonia anche la moglie Margarida e la figlia Vivienne. Molti mondi si sono contesi la figura di Piero, per cui dopo la messa funebre celebrata dal parroco don Alessandro Casartelli, molti dei partecipanti alla cerimonia hanno accompagnato personalmente il feretro fino al cimitero del paese per la sepoltura.

Nella sua omelia, che ha potuto essere ascoltata sul sagrato della chiesa, il sacerdote ha ricordato il valore della esperienza sportiva dello scomparso: che lo ha predisposto «verso il lavoro di squadra» come poi si è potuto confermare durante la sua vita: imprenditore lungimirante nell’ambito dell’“import-export”.

Non a caso è stata quindi scelta dal prete la pagina del vangelo di San Giovanni evangelista, dedicatario della chiesa di Montorfano. «Io sono la via, la verità e la vita» a significare la certezza e la sicurezza di un percorso in mezzo alle altre persone, a creare occasioni e opportunità di lavoro, soprattutto in un periodo di crisi. Il parroco si è poi rammaricato per le condizioni create dalla pandemia che costringono alla riduzione delle messe, senza la possibilità quindi di commemorazioni.

Le persone presenti erano numerose anche nell’ambito della pallacanestro e degli sportivi canturini. C’erano giocatori di basket come Euclide Insogna, Marino Mauri, Alfredo Anzani, dirigenti sportivi come Sergio Borghi e Alessandro Saladanna e personalità legate ad altri sport, come l’avvocato Raffaele Bacchetta, già calciatore. Con Euclide, Piero ha giocato a basket una vita intera: «Ha creduto nello sport come base di molte attività elettive e creative - afferna Insogna -: per cui oltre al titolo nazionale nell’Oransòda di Cantù ha continuato a giocare con me tanti anni a Bergamo, divertendosi e crescendo come persona».

Presente alle esequie anche l’imprenditore canturino Mimmo Rugiano, che ha accompagnato in Africa Piero Munafò nelle sue attività commerciali e imprenditoriali, prendendo casa a Dakar, la capitale del Sènègal: «Ho perso un amico e un fratello. Spero che Piero dal Paradiso ci protegga».

Tra gli amici di famiglia era presente alle esequie anche Maurizio Farano, ex assessore al Comune di Cantù: «Conoscevo Munafò fin dalla più tenera infanzia e mi ha trasmesso fin da piccolo un valore fondamentale, quello della libertà: non soltanto naturalmente quella d’impresa, ma soprattutto quella individuale. Era una persona incredibile, piena di vita. Si era trasferito da Cantù a Montorfano, volutamente aveva scelto di vivere in una località tranquilla, amando mollto il lago e la natura».

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