Inverigo, beffa a coppia vaccinata
Aspetta il Green pass da maggio

Il Covid fatto a novembre, poi l’unica dose richiesta. Il racconto: «Telefono, sito, mail a tutto. Sono arrivato anche al generale Figliuolo. La risposta? Si rivolga al centro vaccinale o ai servizi regionali. Insomma, non c’è stato niente da fare. Mia suocera è invalida al 100% e a settembre dobbiamo portarla a fare alcune visite»

Un’odissea che è iniziata ai primi di luglio e che deve ancora avere un lieto fine. Per un inverighese di 64 anni, il Green pass è un miraggio. Dopo aver contratto, al pari della moglie, il Covid a novembre (fortunatamente senza la necessità del ricovero in ospedale) il 7 maggio scorso ha ricevuto l’unica dose di vaccino (come prevede il protocollo per chi ha avuto il coronavirus) al Lario Fiere ad Erba.

Ai primi di luglio, non avendo ricevuto nessun messaggio con il codice per scaricare il Green pass, si è recato in farmacia, dal medico di base e al centro vaccinale per provare a recuperarlo “di persona”.

«Non c’è stato niente da fare - spiega - Sono uno che non si perde facilmente d’animo e così ho iniziato a chiamare tutti i numeri dedicati:1500, 800912191, 800769622. Un’impresa titanica. Il più delle volte erano occupati e, se prendevo la linea, sono stato costretto a lunghe attese, ben oltre la mezz’ora». Una fatica di Sisifo, purtroppo, visto che la situazione non è stata risolta. «Gli operatori mi hanno detto che non erano presenti nel sistema i dati miei e di mia moglie (personali, data tampone positivo, data attestazione termine isolamento, data vaccino). -spiega - Ho provveduto a caricarli, on line sul sito [email protected] o direttamente al telefono. Mi garantivo che si sarebbe risolto tutto nel giro di pochi giorni, ma così non è mai stato». Chi l’ha dura la vince, dice il proverbio e così l’inverighese non ha mollato.

«Ho inoltrato mail agli uffici e direzioni competenti, sia nazionali che regionali e a tutte le direzioni dell’Ats Insubria e Lariana chiedendo spiegazioni e chiarimenti e insistendo per avere al più presto il Green pass. L’unica risposta - dice - è arrivata da Andrea Ciserchia, di Ats Insubria, che m’invitava a fare quello che da oltre un mese avevo già fatto e che poi si aspettava che la mia situazione venisse risolta il più presto possibile».

La situazione invece non si ancora risolta e il protagonista di questa assurda vicenda è seriamente preoccupato. «Il pass non mi serve per andare al bar o a ballare ma per portare mia suocera, invalida al 100% (lei il green ce l’ha) ad alcune visite ospedaliere a settembre. Mi sono vaccinato, seguendo le regole e non posso “circolare” per colpa della burocrazia».

Dopo un mese di impegni, l’inverighese, comprensibilmente colpito da un po’ di sconforto, ha scritto al presidente Draghi, al ministro Speranza, all’assessore regionale Moratti e a Figliuolo. «Il generale mi ha risposto invitandomi a rivolgermi ai servizi regionali e al centro vaccinale. In pratica sono ancora al punto di partenza».

Guido Anselli

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