Irina, 45 anni, è in obitorio da gennaio Nessuno la reclama: funerale del Comune

Mariano La donna, originaria dei paesi Baltici, è deceduta sei mesi fa all’ospedale Sant’Anna. Avvisati i familiari, che non si sono mai fatti vivi. Il sindaco: «Storia che lascia l’amaro in bocca»

È morta su un letto di ospedale lo scorso gennaio, ma oggi la sua salma è ancora in una cella frigorifera dell’obitorio del “Sant’Anna” di San Fermo della Battaglia. Perché nessuno si è fatto avanti per dare a Irina un luogo dove poterla incontrare ancora, nonostante siano stati rintracciati almeno due familiari al termine di un’indagine della Polizia di Stato. Sei mesi dopo la sua morte, sarà quindi il Comune a sostenere le spese per la sepoltura della donna spirata all’età di 45 anni.

«Si provvederà alla sepoltura»

Questo è l’epilogo della breve vita di Irina, originaria dei Paesi Baltici, ma residente a Mariano. La donna aveva scelto di trasferirsi in Italia per gettare le basi di un nuovo futuro proprio nella Brianza comasca. E qui aveva iniziato a tessere nuovi rapporti con la comunità. Seguita dai Servizi sociali del municipio, per la donna si è reso necessario un ricovero lo scorso inverno, venendo trasportata all’ospedale “Sant’Anna” alle porte di Como. E qui è spirata lo scorso 12 gennaio nonostante le cure dei sanitari.

Allora sono partite le indagini per rintracciare i familiari della donna. Più di due mesi dopo la sua scomparsa, la Polizia di Stato è riuscita così a rintracciare una conoscente della giovane signora che, lo scorso primo aprile, ha effettuato il riconoscimento del corpo in obitorio. E risultando il contatto più stretto individuato dalle forze dell’ordine, la conoscente si è fatta anche carico di avvisare della scomparsa della donna anche il fratello e un altro familiare, probabilmente perché lontani da lei.

Tutt’ora, però, la salma della donna è ancora in ospedale. Questo è quanto emerge da una determina del municipio che ricostruisce gli eventi che porteranno il Comune ad accompagnare la donna nel suo ultimo viaggio verso il cimitero maggiore di via Dei Cipressi. «Considerato che l’identificazione della signora è avvenuta da più di due mesi e che i familiari non hanno manifestato alcun interesse alla sepoltura della donna - si legge nell’atto - si provvederà alla sepoltura della salma».

Il commento di Alberti

La stessa determina individua la pompa funebre “Secchi” quale società a cui affidare l’incarico a termine di un confronto con altre realtà che operano nel settore. L’incarico verrà espletato la prossima settimana così scrivendo l’epilogo della vicenda. «È una storia che lascia l’amaro in bocca perché arriva dopo un periodo difficile per tutti» commenta il sindaco Giovanni Alberti costretto, però, ad ammettere di non essere sorpreso.

«Purtroppo non è la prima la situazione estrema che gestiamo perché capita di occuparsi del trasporto o della sepoltura di una persona scomparsa perché non ha più parenti in vita o, altre volte, perché i parenti non se ne interessano o, ancora, perché non ha abbastanza soldi per coprire i costi. In questo caso, come è giusto che sia, il Comune si fa carico della spesa della sepoltura della residente, ma è il più triste epilogo della storia».

Silvia Rigamonti

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