La Direzione antimafia su Cantù
«Controllo militare dei nuovi clan»

Allarme ’ndrangheta Il rapporto della Dia rilancia i timori sulle ramificazioni in Brianza

La ’ndrangheta che, sul territorio, spara. Che ha un volto affarista, nel riciclare e riutilizzare capitali.

E un volto truce, da guerra. «Proprio a Cantù e nelle zone limitrofe - scrive la Dia, la Direzione Investigativa Antimafia nell’ultimo rapporto semestrale al Parlamento, pubblicato in questi giorni - si era anche assistito ad una serie di eclatanti atti criminali, quali gambizzazioni, spari con armi da fuoco in pieno centro abitato e lanci di bottiglie incendiarie.

Gli ‘ndranghetisti comaschi, pur se impegnati nelle attività illecite del riciclaggio e del reimpiego di capitali, sembrano privilegiare, infatti, la strategia del controllo militare del territorio, con conseguente allarme sociale dovuto alla risonanza delle azioni violente e intimidatorie».

Un salto di metodo. «Le nuove generazioni “comasche” di ’ndranghetisti - prosegue la Dia - non sembrano attuare la strategia di mimetizzazione al mondo imprenditoriale, adottata invece da altri gruppi calabresi fuori dal territorio di origine». La famiglia resta comunque un motore: «Si assiste alla persistenza sul territorio dei disvalori identitari propri dell’associazione mafiosa, nella quale i vincoli familiari continuano ad essere l’humus che alimenta il fenomeno. Non a caso, sono emersi casi di giovanissimi, figli o nipoti di alcuni ‘ndranghetisti, introdotti nell’associazione mafiosa attraverso veri e propri rituali di affiliazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA