Lega, 400 comaschi da Salvini
«I contestatori? Erano pochi»

Militanti in trasferta con bus e auto per il comizio in piazza Duomo. Molteni: «Nessun problema gli striscioni, ma non devono essere violenti»

Quattro bus a cui si sono aggiunte trasferte in auto e in treno. Erano circa 400 i comaschi che ieri si sono ritrovati a Milano per partecipare alla chiusura della campagna elettorale della Lega di Matteo Salvini alla presenza dei leader di partiti sovranisti europei. Una manifestazione che ha radunato esponenti e simpatizzanti leghisti provenienti da tutta Italia.

Parlamentari, consiglieri regionali, amministratori e militanti in corteo, arrivati da tutta la provincia: dal lago, dal Canturino, dall’Olgiatese e dall’Erbese.

Parla di «giornata storica» e di una « piazza stracolma» il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, partito da Cantù in bus con i militanti canturini (tra cui anche la moglie Aurora). «Eravamo in tantissimi non per combattere un nemico, ma per costruire un’Europa diversa, cambiando quelle regole europee che in questi anni hanno penalizzato il sistema economico del paese, in particolare quelle aziende che sono la spina dorsale della nostra economia».

La manifestazione lumbard è stata caratterizzata anche dalle proteste a suon di striscioni appesi alle finestre. Contrarietà che non scalfisce Molteni: «Non mi disturba uno striscione purché non inciti alla violenza. Pochi i disturbatori in una piazza piena di famiglie e cittadini che guardano al futuro».

Sempre in da Erba è arrivata in bus la senatrice Erica Rivolta, mentre dal capoluogo il vicesindaco e deputato Alessandra Locatelli. «Migliaia di persone in piazza, sotto la pioggia, con tante energie e la voglia di cambiare - le sue parole al termine della manifestazione - Abbiamo chiuso la campagna elettorale con tutti i partner europei della Lega. In piazza c’erano tutti i nostri parlamentari sottosegretari e ministri, è stato emozionante, un’occasione che non vogliamo perdere».

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