Marciano in 60 contro la tangenzialina
«Rovina l’area protetta marianese»

Le associazioni ambientaliste hanno percorso il tracciato previsto nel parco: «La Regione finanzia opere già vecchie: chi semina asfalto raccoglierà veicoli in coda»

«Qui potremo trovarci potenzialmente ad ammirare una strada provinciale». Così il referente del comitato che grida il proprio “No alla Strada nel Parco”, Sergio Ballabio, ha mostrato a quanti hanno raccolto l’invito a camminare lungo i sentieri della brughiera, l’impatto che avrebbe la tangenzialina sugli ultimi scampoli verdi di Mariano. Lunga non più di cinque chilometri, uno di questi si snoderà sulla collina che oggi rientra nel “Parco regionale delle Groane”, tagliando quel che rimane delle file di alberi che segnano i percorsi pedonali.

Limite al numero di partecipanti, una sessantina, ognuno con la mascherina, ieri si è svolta l’escursione partendo dalla corte del Bundin per arrivare a Castelmarino, toccando il Terrò, Cascina Belvedere e poi il Laghetto della Mordina: luoghi memoria della storia rurale e artigiana cittadina.

«Vogliamo far vedere cosa tocca la linea nera tracciata sulla carta» ha aggiunto Ballabio pronto a chiedere alla politica di cambiare visione sui campi verdi che sono un polmone naturale che dà respiro alla città.

«È stato approvato un ordine del giorno che impegna delle risorse per la ripartenza di opere già vecchie in termini progettuali. E che non risolvono problemi, ma li creano» ha detto il presidente Gianni Del Pero. Parole sposate dal “Circolo ambiente Ilaria Alpi”. «Chi semina strade, raccoglie traffico» ha detto il presidente Renato Fumagalli, invitando «a investire sul trasporto pubblico per spostare le persone».

Mentre il presidente del comitato “Parco regionale Groane - Brughiera”, Tiziano Grassi, ha sottolineato come l’opera impatterebbe «sul sentiero Meda-Montorfano appena valorizzato con la nuova cartellonistica. Perché i sentieri sono le uniche strade che vorremmo vedere per preservare ambienti spettacolari che la strada rovinerà».

(Silvia Rigamonti)

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