Mariano, lascia il preside del Don Milani: «I miei 25 anni in frontiera»

Martino Gaffuri va in pensione: «A Perticato abbiamo creato un polo importante per l’istruzione. Lo rifarei»

Anche per il preside suona l’ultima campanella. A settembre, infatti, il dirigente scolastico Martino Gaffuri andrà in pensione dopo aver trascorso oltre quarant’anni tra i banchi di classe, venticinque dei quali alla guida dell’istituto comprensivo “Don Milani” di Mariano. Si chiude così questo lungo capitolo della sua vita, intrecciato a quello di tanti studenti, professori e collaboratori.

«Sono convinto che da soli non si fa nulla» spiega «bisogna puntare sul valore della collaborazione tra colleghi e Comuni». Quella stessa sinergia che dal ’92 a oggi gli ha permesso di dare slancio all’istituto creando un «polo dell’istruzione» a Perticato. Un microcosmo composto da 199 dipendenti e 1333 alunni divisi tra la materna della frazione, le tre elementari e le due medie tra Mariano e Cabiate.

«Siamo sempre stati una scuola di frontiera, quella più a sud di Como che prima si incuneava nella provincia di Milano, ora in quella di Monza - dice - . Allora qui mancavano le medie e ho spinto perché si creassero in modo da non disperdere gli alunni che uscivano dalle elementari. Dall’altra parte, ho trovato sempre delle amministrazioni sensibili al tema». Così nel 2009 si arriva al taglio del nastro di quello che è il rinnovato plesso di Perticato.

Poi è arrivato il Palazzetto dello sport e «l’introduzione della settimana corta con più rientri pomeridiani. E quindi la strutturazione di un servizio mensa», aggiunge, ricordando che la scuola «o peggiora o migliora ma non può rimanere ferma perché deve saper cogliere i bisogni delle famiglie perché è la società che cambia». Di riflesso cambiano anche gli alunni, «ma questo non significa che sia meglio o peggio».

«Ogni momento storico ha delle sue caratteristiche Quelle di oggi? I bambini hanno un overdose di informazione: più che di essere istruiti hanno bisogno di essere educati perché i valori sono andati confondendosi». E’ così che l’insegnante è diventato non solo un maestro, che sia di matematica o italiano, ma anche un assistente. «Dobbiamo essere educati anche con i maleducati perché l’esempio è quello che conta - dice - E di esempi positivi ce ne sono molti». Sono ricordi che il preside richiama alla memoria. «Tanti anni fa è arrivata una delle prime alunne straniere, una bambina dell’est Europa. Non sapeva una parola di italiano ma alle medie è uscita con 10 e lode. Una bella risposta a chi chiede se gli stranieri sono una ricchezza o meno».

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