Mariano, Marchisio choc: lascia il Pd
Ma il partito non apre la crisi in Comune

Il sindaco, dopo i continui contrasti con i suoi, non rinnova più la tessera. Il vice Borgonovo: «Continueremo a governare la città fino al voto di primavera»

Giovanni Marchisio non ha più la tessera del Partito Democratico. Di area renziana, come non ha mai nascosto, ex segretario del circolo locale, il sindaco di Mariano sembra così rompere da quello stesso partito con cui ormai quattro anni fa ha trionfato alle elezioni comunali al ballottaggio contro il centro destra. «Il tema non è avere o non avere una tessera in tasca - spiega -. Io preferisco misurare le persone dal fatto se stanno lavorando bene o meno» .

Lo “strappo” tra sindaco e partito arriva a nemmeno otto mesi dalle prossime votazioni. Fatto che apre alla possibilità di una corsa divisa, all’interno dello stesso centro sinistra, verso la poltrona di primo cittadino al passaggio alle urne della città. Ma l’attuale segretario del circolo locale, Stefano Poltronieri, minimizza: «In questi giorni si sta chiudendo il tesseramento al partito: quello che so è che a oggi Marchisio non ha ancora rinnovato l’adesione». Per Poltronieri, infatti, il quantomeno “temporeggiare” del sindaco sul rinnovo della tessera altro non è che «un momento di riflessione personale sul suo lavoro e sulla sua appartenenza politica».

Lo stesso vicesindaco, Fermo Borgonovo, invita all’unità. «Se ci sono dei problemi questi si presenteranno alle prossime votazioni, non ora, e saranno solo tra Pd e Marchisio - dice -. Certo, una scelta simile era nell’aria stando alle dichiarazioni dell’ultimo periodo». Fatto ribadito dal segretario provinciale del Pd, Angelo Orsenigo, il quale rispetta la decisione presa da Marchisio e sottolinea come la stessa «non è certo un fulmine a ciel sereno».

Se questo non bastasse, proprio nei giorni scorsi sempre nel Pd sono arrivate le dimissioni di Salvatore Ponticelli il quale, colpito da un procedimento di decadenza dal suo ruolo di consigliere comunale per le troppe assenze ingiustificate, ha scelto di fare un passo indietro.

In questo caso i motivi sono tutti personali: la vita e il lavoro, lo hanno portato a stare sempre a Milano. Al suo posto subentrerà Giorgio Belloni con 49 preferenze ottenute alle passate elezioni.

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