Minoprio, l’affetto per Leo e la famiglia
Tantissimi fiori sulla tomba del ragazzo

Ancora grande commozione per la morte in moto di Gessaga: aveva solo 16 anni. Al cimitero una grande testimonianza della vicinanza anche ai genitori e alla sorella Alice

Un cuore di margherite bianche, ma anche rose e girasoli. Ci sono così tanti fiori, che quasi non si vede la tomba di Leo, letteralmente ricoperta dall’affetto di un paese intero che si è stretto intorno al dolore della sua famiglia, troppo grande anche solo da immaginare.

Leonardo Gessaga, 17 anni da compiere, se n’è andato una settimana fa a causa delle ferite riportate a seguito dello schianto in moto contro un new jersey di cemento a Lazzate e, da quando riposa nel cimitero di Minoprio - i funerali sono stati celebrati giovedì pomeriggio - davanti alla sua tomba c’è un vero e proprio viavai di amici e conoscenti, che non possono fare a meno di fermarsi a pensare quanto sia stato ingiusto il destino con lui.

I ricordi

Lasciare un fiore, un pensiero, non allevia certo la sofferenza dell’averlo perso, ma permette di sentirsi in qualche modo più vicini a lui. Nonostante sia già passato qualche giorno, all’interno del cimitero non si parla d’altro, perché la tragedia ha colpito davvero tutti. Un po’ per come è avvenuta, un po’ per la giovanissima età della vittima. «Lo abbiamo visto nascere e crescere, un ragazzo molto educato - hanno raccontato ieri pomeriggio due vicine di casa durante la visita al cimitero - lo vedevamo spesso nei campi con la moto. Forse le moto sono pericolose, ma noi siamo convinte che il destino di ognuno sia segnato». In mezzo a tutti quei fiori c’è la foto di Leo: mamma, papà e la sorella Alice hanno scelto di ricordarlo in sella alla sua moto, la più grande passione del giovane.

Il saluto

«Ho anche i miei cari al cimitero, quando passo mi fermo a salutare Leo e a dedicargli un pensiero – ha raccontato un’altra conoscente, visibilmente emozionata – è una cosa troppo grossa, impossibile da accettare, aveva solo 16 anni e tutta la vita davanti. Dispiace quando se ne va qualcuno di anziano, figuriamoci a questa età. Lo conoscevo perché era amico di mio nipote, si erano conosciuti durante la scuola lavoro. Le moto mi fanno tanta paura, ma del resto questi ragazzi non si possono mica chiudere in casa. Mi chiedo se Leonardo si sia accorto di cosa gli stava accadendo, ma spero davvero di no, che non abbia capito. Il mio è un pensiero da nonna, un grandissimo dispiacere. Una cosa davvero esagerata». Al centro della tomba c’è la corona più grande, quella lasciata dalla famiglia. «Forse chi è lassù è stato un po’ egoista per averlo voluto con sé così presto – erano state le parole della sorella Alice tra le lacrime nel giorno del funerale - eri il mio migliore amico, il mio braccio destro, la mia roccia. Impenna anche lassù, che, come dicevi, qualche impennata non fa mai male». I fiori non basteranno a colmare il vuoto lasciato da Leo, ma faranno comprendere alla sua famiglia tutta la vicinanza della comunità e quanto il giovane abbia saputo entrare nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Daniela Colombo
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