Movida a Cantù, l’assessore
«Sui locali abbiamo le mani legate»

Cattaneo: «Fa proprio male vedere che i giovani per divertirsi debbano ubriacarsi. Troppo facile trovare l’alcol: è indispensabile una legge che lo vieti dopo una certa ora»

A volere un freno alla movida in centro è lo stesso assessore alla legalità Paolo Cattaneo. Sugli alcolici, dalla birra ai cocktail, accessibili ai giovani anche a tarda notte. Con i bar che, come stabilito dal decreto Monti negli scorsi anni, non hanno limiti di chiusura. Ma è proprio questo, per Cattaneo, il problema: le leggi.

Per come sono scritte oggi, non permettono, sottolinea il componente della Giunta della coalizione civica Lavori in Corso, di fissare alcuni paletti. Che, a sua detta, servirebbero proprio a tutelare la salute dei giovani. «Fa male che diverse sere a settimana - dice Cattaneo - per non dire tutti i giorni, ci sia gente giovane che, per divertirsi, si deve ubriacare».

La riflessione è di queste settimane estive. Parallela al fatto di cronaca - che, inevitabilmente, ha ancora eco anche per i suoi sviluppi clinici e giudiziari di questi giorni - con il ferimento in centro di Andrea Giacalone, 25 anni, colpito all’addome e al viso da Andrea Manno, 21, arrivato a sparare due colpi con un fucile a canne mozze sull’onda di alcune ruggini, in uno scenario di sentimenti di gelosia per una ragazza.

Poteva capitare anche in altri momenti della giornata o della settimana, e non il mercoledì notte. Al termine di una serata, come è consuetudine a Cantù, viva e partecipata. Con centinaia e centinaia di giovani attratti anche dalle promozioni di diversi bar, il paghi uno e bevi due: quello che nel giro di qualche anno è diventato il mercoledrink di successo.

E proprio qui, per Cattaneo, starebbe il problema: il facile rapporto tra i giovani e l’alcol. «Capita di sentire, anche a Cantù, di ragazzi e ragazze portate all’ospedale in stato di ebbrezza - afferma - Per me è questo il tema: il pericolo di questi abusi di alcol».

«Un rimedio è senz’altro quello di tornare ad avere normative più severe, che impediscano la vendita di alcolici a una determinata ora - dice -. E anche la chiusura dei locali a una determinata ora. Lo penso per la salute: Questi ragazzotti bevono troppo. Come Comune si può fare ben poco. Bisognerebbe andare oltre: a Roma. Ma non penso che nessuno, tra i politici romani, abbia la volontà di prendere sul serio questo problema».

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