Piscina, l’accordo ancora non c’è
Corsa per riaprire a luglio a Cantù

Ieri il vertice tra Comune e Sport Management. La struttura è chiusa dagli inizi di marzo. L’assessore Ferrari: «Individuata un’ipotesi per la riattivazione». Il gestore: «Stiamo costruendo un’intesa»

Ora la palla passa all’amministrazione: ultimi giorni per chiudere l’accordo con Sport Management, la società veronese che gestisce la piscina comunale cittadina, per riuscire ad aprirla entro i primi giorni di luglio. Salvando così l’estate dei canturini che resteranno a casa e la stagione più redditizia per le casse dell’impianto. Terminato il lockdown, dopo oltre due mesi di stop per la struttura, da parte della società era stata manifestata la volontà di riaprire le vasche esterne per metà giugno, proprio per cercare di sfruttare al meglio la stagione estiva, ma questo, è stato chiarito fin da subito, sarà possibile solo con la collaborazione del Comune. Per questo è stata inviata in municipio una proposta di riequilibrio economico finanziario. Ieri si è tenuto in piazza Parini un incontro tra i rappresentanti della società, l’assessore al Patrimonio Matteo Ferrari e quello allo sport Antonella Colzani.

E l’esito pare avere soddisfatto le parti. Sport Management si limita a confermare che si sta costruendo un accordo che si conta si chiudere. Giudizio confermato dal forzista Ferrari: «E’ stato un incontro proficuo, che ci ha visto individuare un’ipotesi per la riattivazione dell’impianto per i primi di luglio. Abbiamo registrato le loro richieste e manifestato la nostra disponibilità per dare un segno di ripresa effettivo e al contempo non danneggiare la comunità».

Nei prossimi giorni, per cominciare, verranno avviati i lavori per l’intervento di sostituzione delle vasche di compenso della piscina comunale, del costo di circa 80mila euro, che saranno a carico del Comune. Sport Management, fin dalle scorse settimane, è stata molto chiara, sottolineando che la riapertura dei suoi impianti in tutta Italia resta strettamente correlata alle disponibilità delle amministrazioni comunali a supportare l’azienda in questa delicata fase, visto che i costi di sanificazione degli impianti, uniti all’inevitabile diminuzione degli ingressi dovuta agli accessi contingentati a causa delle disposizioni di natura sanitaria, non consentirebbero un piano economico sostenibile per l’azienda.

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