Renzo Scapolo, 50 anni
dalla parte dei deboli

Fu ordinato sacerdote nel 1965. Poi l’Argentina dei desaparecidos e l’impegno con “Sprofondo”. Oggi lo festeggiano a Vertemate

«Bisogna prendere una decisione nella vita e farsi coinvolgere senza possibilità di tornare indietro: costruire ponti e rimanere compromessi in prima persona».

Ha sempre vissuto la sua vita così, in prima linea per gli altri e per creare ponti di solidarietà concreta don Renzo Scapolo, che oggi, domenica 19 luglio, festeggia i cinquant’anni di sacerdozio e i 78 di età alla fondazione Minoprio, dalle 10 alle 16.

Alle 11.30 messa con don Renzo, don Giusto Della Valle ed altri sacerdoti amici. Poi pranzo condiviso per la festa organizzata da numerosi amici, tra loro anche i volontari di Sprofondo, la onlus fondata nel 1994, di cui è ispiratore, trascinatore, anima e mente, oggi come allora. La vita di don Renzo, del resto, attraversa i continenti.

Nato a Santa Giustina in Colle, provincia di Padova, il 23 luglio 1937, cresce poi a Montano. Lavora nell’azienda agricola di famiglia e come fabbro, poi entra in seminario a 17 anni. Ordinato sacerdote nel 1965 ha il suo primo incarico alla parrocchia di Camerlata. Nel 1971 resta per otto anni in Argentina con le missioni diocesane dove opera per gli emarginati ed è in contatto con famiglie di desaparecidos.

Dal 1983 al 1995 guida la parrocchia di Caversaccio a Valmorea dove accoglie migliaia di profughi libanesi. Nel 1991 allo scoppio della guerra nei Balcani si attiva subito con diverse iniziative. Tra le prime: lancia un gemellaggio tra la Caritas Prealpi e la diocesi di Hvar dove da subito vengono alloggiati miglia di profughi. È l’inizio di un legame indissolubile che unisce ancora il Comasco ai Balcani.

L’articolo completo sul quotidiano La Provincia in edicola domenica 19 luglio

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