Risalgono i ricoveri negli ospedali
Il Sant’Anna aumenta i letti per i contagiati

In due settimane il numero dei pazienti è cresciuto del 33%. Ieri la riunione dell’unità di crisi - Banfi: «Valuteremo una contrazione degli ambulatori»

Como

I pronto soccorso sono di nuovo in difficoltà, si teme la terza ondata.

Nel giro di due settimane i pazienti positivi ricoverati negli ospedali pubblici comaschi sono saliti da 181 a 240, il 33% in più, la pressione in tutti i nosocomi è ormai considerata critica dalle autorità sanitarie. L’unità di crisi dell’Asst Larina si è riunita ieri mattina.

«Siamo nella necessità di riconvertire ulteriori posti letto da destinare ai pazienti Covid - spiega il direttore generale dell’ex azienda ospedaliera Fabio Banfi - nel fine settimana i pronto soccorso di San Fermo e di Cantù hanno registrato un significativo incremento di accessi per sintomatologia riconducibile al Covid. Alle 14 di ieri avevamo 23 pazienti in attesa di ricovero al Sant’Anna e 4 in attesa dell’esito del tampone, 12 pazienti in attesa di ricovero a Cantù e 7 in attesa dell’esito del tampone, molti dei quali con necessità di assistenza respiratoria. Dobbiamo quindi incrementare la quota di posti letto destinati a questa tipologia di pazienti. Considerata la situazione chiedo di evitare accessi impropri al pronto soccorso».

Serve un’altra terapia intensiva, da allestire di nuovo a Cantù, già venerdì in rianimazione al Sant’Anna c’erano dieci persone e i 15 letti non bastano più, ne servono almeno 20. A San Fermo scatta ancora il taglio dell’attività chirurgica ordinaria, bisogna dare la precedenza alle urgenze, ai casi oncologici e ai malati fragili non procrastinabili. Visite e operazioni rischiano nuove riduzioni.

«A differenza dei mesi scorsi – dice ancora Banfi - questa nuova ondata ci vede con un consistente numero di pazienti ancora ricoverati e questo limita la nostra possibilità di riorganizzazione. Ci aspettiamo settimane difficili e probabilmente dovremo valutare la contrazione delle attività ambulatoriali. Proseguiamo tuttavia con consapevolezza e determinazione l’attività vaccinale, che verrà ulteriormente implementata con l’avvio delle somministrazioni alle forze dell’ordine e al personale scolastico, perché la riteniamo una essenziale opzione strategica contro future recrudescenze del virus».

Anche il Valduce registra un aumento della pressione. Ieri pomeriggio in pronto soccorso c’erano 32 pazienti in attesa di cui 13 sospetti Covid. Fino a qualche giorno prima i positivi erano una, due unità per giorno. La terapia intensiva conta sette ricoverati contro un paziente grave in rianimazione la scorsa settimana. «I posti letti interni sono stati ormai tutti saturati – spiega il segretario generale del Valduce Mauro Turconi – sia Covid che non Covid. C’è una difficoltà nel ricoverare complessiva, l’unico reparto allestito per i positivi è pieno e abbiamo sistemato altri letti in altri settori». Questo negli ospedali, ma anche i medici di famiglia da una settimana vendono più casi positivi anche sintomatici. Comaschi in quarantena, spesso giovani in buone condizioni, ma c’è anche una quota crescente di genitori e nonni che ha contratto il virus e sta sviluppando febbre e tosse persistente.

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