Salvano la vita a una coppia sul lago: «Ma adesso non chiamateci eroi»

Inverigo Il vigile Massimo Frigerio e la moglie Maria Pia, infermiera, protagonisti di un grande gesto a Bellano

«Proviamo tanta gioia per aver salvato la vita a due persone». Sono passati alcuni giorni da quando Maria Pia Mazzara e Massimo Frigerio hanno letteralmente strappato dalle acque del lago di Como, a Bellano, dalla morte per annegamento una coppia di vicini di casa. Non si sentono però degli eroi. «Abbiamo fatto quello che andava fatto e tutto nel migliore dei modi», dice Maria Pia, infermeria in attività all’ospedale di Giussano, nel reparto cure palliative, ma per tanti anni impegnata nel Pronto soccorso di Carate. Abita, assieme al marito Massimo, dal 1996 a Inverigo. «Siamo onorati di aver con noi due cittadini che hanno compiuto un gesto di altissimo valore, civile ed umano», il pensiero del sindaco Francesco Vincenzi. «Abbiamo incontrato la coppia, l’altro giorno: stanno bene e il rivederli ci ha dato una gioia immensa», racconta Maria Pia. Ripercorrere con loro il film dell’accaduto, rende ancor più l’idea di quello che è stato un salvataggio miracoloso. «Io non dovevo nemmeno essere a Bellano - dice Massimo, che lavora nella Polizia Locale di Garbagnate Monastero - E invece ero lì, come fosse un segno del destino».

Martedì poco dopo le sei una coppia sulla sessantina si concede un bagno nel lago. Maria Pia è sul balcone di casa, a godersi il panorama. Vede la coppia e sente la donna che lancia degli urli («non è italiana e quindi non ho subito capito che fosse una richiesta di aiuto», spiega Maria Pia) e si agita, ma pensa che stiano scherzando. Quando vede l’uomo galleggiare a pancia in su, come fosse privo di sensi, richiama l’attenzione del marito, che, senza pensarci, si butta subito in acqua. «Ho raggiunto la donna che era in grave difficoltà - racconta Massimo - Ho fatto fatica a calmarla e ho dovuto prenderla in maniera energica». Messa in salvo la donna, l’inverighese è tornato indietro per recuperare il compagno. Che nel frattempo però era finito sott’acqua. «Aveva abbracciato la moglie, ma poi, probabilmente colpito da un malore, ha perso i sensi ed è andato sotto -spiega Maria Pia - Essendo uno sportivo ha avuto la prontezza di riflessi di mettersi a pancia in giù ma poi, urtato anche dalla donna, si è girato ed è finito sotto».

Nel frattempo Massimo era tornato sul luogo, ma non riusciva a vedere dove fosse finito l’uomo. Ci ha pensato la moglie a guidarlo dal balcone. «Non ci ho pensato nemmeno un momento e mi sono immerso - dice l’inverighese - Mi ha aiutato l’aver conseguito il primo grado nel corso sommozzatori. Sono sceso -saranno stati una decina di metri -ed ho visto l’uomo sul fondo. Come in un film. L’ho preso e siamo risaliti». Non senza trascurare la compensazione per le orecchie, a testimonianza della professionalità dell’inverighese. Anche la moglie ha messo in atto le sue esperienze di Pronto soccorso. Quando l’uomo è stato portato a riva, era incosciente ed era “completamente blu”. «E’ stato sotto per almeno cinque minuti - ricorda Maria Pia - Senza perdere tempo ho iniziato il massaggio cardiaco e dopo alcuni interminabili minuti ha mosso gli occhi ed ha ripreso conoscenza». Il miracoloso salvataggio era riuscito.

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