Sangue, allarme dell’Avis
«Donazioni in forte calo
e rischi per gli ospedali»

Donazioni di sangue in forte calo, donatori che non si presentano all’appello e l’Avis di Como lancia l’allarme:«Se la tendenza non cambia, nelle prossime settimane la situazione si farà drammatica per gli ospedali cittadini».

Situazione preoccupante

Luca Frigerio, direttore sanitario dell’associazione, sottolinea un dato su tutti: «Ogni giorno l’Avis di Como per il centro donazioni di via Napoleona contatta circa 35 persone iscritte per la donazione di sangue intero. Se ne presentano meno di 20 e con luglio e agosto temiamo che i numeri scenderanno ancora e inesorabilmente. Non possiamo permettercelo».

Il quadro generale poi non è per nulla confortante. «Guardiamo alla Lombardia – continua Frigerio – la nostra macro- area, Como-Varese, in termini di disponibilità di sacche di sangue intero è quella ad oggi messa peggio rispetto alle altre otto. A livello regionale c’è una carenza di 470 unità di globuli rossi concentrati, di cui 285 unità mancano proprio nel nostro territorio di competenza, sono poco meno della metà del totale. Questo dà bene il polso della criticità che siamo chiamati ad affrontare».

Ecco perché proprio in questi giorni è partito sui canali social un tam tam ininterrotto anche tra i comaschi con l’invito a donare. «Non si tratta di una campagna istituzionale di Avis – chiarisce il direttore sanitario – ma di certo ci fa piacere che i singoli si muovano anche sulla rete per tenere alta l’attenzione verso quella che potrebbe diventare una seria emergenza. Da parte nostra vorremmo far passare il messaggio che i donatori che hanno donato da più di 90 giorni, possono farsi avanti e rendersi disponibili, senza aspettare la nostra chiamata, nei tempi previsti dalla legge, per una nuova donazione. Ogni risorsa in questo momento non va sprecata».

Lo scenario

E se per gli ospedali di Erba e Valduce l’equilibro delle donazioni è sempre fragile ma si resiste, proprio il Sant’Anna e l’ospedale di Cantù secondo Luca Frigerio sono quelli che potrebbero essere messi più duramente alla prova: «Il dato regionale parla chiaro. Le donazioni stanno calando. I motivi sono i più diversi, uno di sicuro fisiologico, connesso alle partenze per le vacanze, e uno ancora legato all’emergenza sanitaria in corso, il Covid è tornato a dilagare in maniera importante ed è tornata la paura di recarsi negli ospedali. La situazione per il Sant’Anna è difficile perché è il centro più grosso e che richiede la maggior disponibilità di sangue su l’intera provincia. Chi non si presenta a donare sta mettendo in crisi un sistema di per sé già precario».

Mentre tiene ancora la disponibilità di plasma, la carenza di sangue per i nostri ospedali è una prospettiva che, mettendo in conto le chiamate a vuoto ai donatori nei mesi centrali estivi, rimane del tutto da scongiurare. E’ necessario correre ai ripari in fretta.

Una richiesta sempre attuale è quella di sangue zero RH negativo, il più raro eppure il gruppo universale e per questo più richiesto in Pronto soccorso per gestire le emergenze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA