Scontro Lega-FdI. Gaudiello salvato dalla maggioranza

Cantù Ufficialmente ritirata la mozione di sfiducia presentata contro il presidente del consiglio comunale L’opposizione voleva chiedere l’intervento del prefetto

Scoppia la pace tra la maggioranza e il presidente del consiglio Mirko Gaudiello, graziato ritirando la mozione di sfiducia depositata in seguito alla scissione dei meloniani. A confermarlo, l’altra sera in consiglio, il capogruppo della Lega Gabriele Maspero, dopo che l’opposizione s’era detta pronta persino a coinvolgere il prefetto di Como di fronte al presidente fatto ostaggio della minaccia di rimuoverlo dal suo ruolo. Minaccia che, ha sottolineato il centrosinistra, spara a salve e sarebbe comunque rimasta tale, numeri alla mano. La prova, il fatto che durante la seduta, a causa dell’uscita dall’aula del consigliere Paolo Di Febo, è saltata la risicatissima maggioranza numerica del centrodestra e se le opposizioni si fossero alzate sarebbe mancato il numero legale. Quindi non è pensabile che la maggioranza perda un altro consigliere. E anche questa puntualizzazione, a conti fatti, suona come un avvertimento per future e pesanti votazioni.

Dopo che Fratelli d’Italia, tre settimane fa, ha lasciato la maggioranza, il consigliere - e mancato assessore - Mirko Gaudiello si è dissociato da quanto dichiarato dai colleghi, che erano andati a sedersi tra i banchi delle minoranze rivendicando «siamo stanchi di questo atteggiamento di superiorità spocchiosa». Lui, il presidente del consiglio per il quale FdI rivendica da mesi un posto in giunta, prima si è adeguato alle indicazioni del gruppo, lasciando la seduta e quindi contribuendo far saltare il numero legale. Poi, in quella successiva di seduta, ha preso le distanze dagli altri consiglieri di FdI per continuare a svolgere il proprio compito con imparzialità. Lega, Forza Italia, Cantù Sicura e Di Febo hanno quindi presentato una mozione di sfiducia urgente, che avrebbe dovuto venire discussa nell’ultima seduta. Ma è stata congelata.

Francesco Pavesi di Lavori in Coeso ha stigmatizzato la mozione pendente sul consiglio come una minaccia, caso probabilmente unico. Anche più esplicito Vincenzo Latorraca di Pd, Unire Cantù e Cantù con Noi: «Questa non è una scorrettezza è un comportamento illegittimo sotto il profilo procedurale. Non è pensabile che il presidente del consiglio venga tenuto in scacco. Non escludo di chiedere al prefetto di chiedere se sia legittimo tenere in scacco un presidente del consiglio. Vi invito a ripristinare un comportamento corretto, perché si possano ripristinare le dinamiche politiche corrette».

Ma non sarà necessario, dato che, conferma il capogruppo della Lega Gabriele Maspero, centrodestra e Gaudiello hanno appianato le divergenze: «Qualche ora prima della seduta è stata perfezionata la richiesta di ritiro della mozione, e la vicenda si avvia alla conclusione. Il Presidente ci ha ripetutamente confermato di rappresentare ancora l’intera assemblea. Il ruolo infatti gli è stato affidato dalla maggioranza dei consiglieri e non può essere impiegato dall’opposizione in una guerra senza quartiere alla macchina amministrativa. Le preliminari delle minoranze erano già superate». Resta da capire quale sarà la reazione in casa FdI, dato che Il coordinatore provinciale Stefano Molinari era stato molto chiaro: Fratelli d’Italia è all’opposizione, quindi «ogni iniziativa che vada in una direzione diversa è puramente personale».

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