Sharon, rose e palloncini bianchi
«Il nostro non sarà mai un addio»

Ieri il funerale a Cabiate. Don Giovanni: «Un fiore reciso». All’uscita, sotto la pioggia, un applauso spontaneo. L’ultimo saluto straziante di mamma Silvia, l’abbraccio alla bara della bimba morta a 18 mesi

Una piccola bara bianca sotto un letto di rose candide. L’ultimo abbraccio a Sharon Sapia Barni, è quello della mamma Silvia che l’ha accompagnata fino all’altare, stringendo tra le mani il pupazzetto della figlia. Ad accogliere il feretro sono stati i tanti residenti che, ieri mattino, uno dopo l’altro hanno preso posto sotto le arcate della chiesa dedicata a Santa Maria Nascente, raccogliendo l’appello della famiglia a sostenerla nel momento del saluto alla bimba, morta a 18 mesi, tra le mura di casa a Cabiate.

L’omelia e il tema della fiducia

«L’immagine che mi viene in mente è quella di un fiore che quando lo lasci crescere diventa qualcosa di unico, un frutto che vive anche dopo la sfioritura. Ma quando si perde di vista l’amore di Dio si può arrivare a recidere questi fiori» ha aperto l’omelia don Giovanni Piazza rivolgendosi sia alla parte materna, Barni, che paterna, Sapia, della piccola Sharon.

«I bambini sono capaci di accogliere il regno di Dio perché si fidano di tutti: ancora devono imparare cosa vuol dire lottare contro il male di questo mondo».

L’appello è che le lacrime di una perdita difficile da accettare diventino gocce d’acqua capaci di far fiorire il deserto di dolore con cui sono chiamati a confrontarsi mamma Silvia e papà Jose Luis.

«Il gesto di Sharon è permetterci di recuperare l’amore per l’altro» ha aggiunto il parroco ricordando l’invito della famiglia a donare a “Silviaonlus” che da dieci anni aiuta i bambini delle pediatrie di Cantù e di Como. «Sostituiamo con questo le chiacchiere e gli inutili pruriti» ha concluso il prete, invitando a guardare a Dio. E verso il cielo guarda la comunità raccolta sul sagrato della chiesa, forza dei palloncini bianchi che vengono a uno a uno liberati in aria quando la bara esce dalle navate.

Il sindaco con il tricolore

Ad accoglierla all’esterno un cielo reso grigio dalle nubi che riversano l’acqua sullo slargo dove i presenti tributano l’ultimo omaggio alla bimba - tra loro anche il sindaco Maria Pia Taglibue in fascia tricolore - un lungo applauso che diventa una preghiera sul piazzale del campo santo.

«Il nostro non sarà mai un addio». Questo è un estratto della lettera che la mamma ha affidato ai legali Lara Citterio di Cabiate ed Elisabetta Fontana di Erba. Sono loro a riportare il pensiero della ragazza che poco più che ventenne ha visto la sua pancia crescere, superando le paure di non saper vestire il ruolo di mamma grazie alle certezze date dalla figlia. «Ti ho vissuta poco, ma anche solo quel poco mi ha cambiata e non smetterò di ringraziarti. So che un giorno tu tornerai e potremo continuare a crescere insieme».

«Ora sei in cielo insieme alla tua bisnonna e al bisnonno, cerca di proteggere me, la mia famiglia e chi ti ha voluto bene veramente», si chiude la lettera che apre alla sepoltura: un uomo si china per passare gli strati di terra prima di coprire il feretro con i fiori bianchi irrorati da un’infinità di gocce di pioggia.

Silvia Rigamonti

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