Slot, Mariano senza ordinanza
«Promessa già un anno fa»

L’opposizione all’attacco per il documento sul gioco d’azzardo: «Doveva essere  in vigore da marzo 2017». Il sindaco: «Sono in attesa dell’ok di Confcommercio»

La «stretta» al gioco d’azzardo tarda ad arrivare a Mariano. A distanza di un anno dalla promessa del Comune di limitare gli orari di accensione delle video lotterie su tutto il territorio, garantendo sconti sulla Tari a quanti dismettono gli apparecchi dai loro bar, oggi, infatti, manca ancora la firma dell’ordinanza-freno alle slot machine.

E l’amministrazione non si sbilancia nel dire quando si arriverà all’attuazione concreta del provvedimento in città. Un’azione chiara negli intenti: obiettivo dell’ordinanza è contrastare il fenomeno del “gioco d’azzardo patologico” quello che ha portato i cittadini a scommettere, una monetina alla volta, 27 milioni e 660 mila euro in slot machine per una spesa che divisa tra i 24 mila 800 abitanti della città è di 1117 euro pro capite, nel corso del 2016.

«Ci siamo confrontanti in prima battuta con Confcommercio Como per chiedere, in sintesi, a loro un parere sugli orari da noi individuati - spiega il sindaco Giovanni Marchisio -. Ora siamo in attesa di fissare un nuovo incontro con l’associazione per arrivare all’ordinanza». Un passaggio necessario per il primo cittadino. «Perché è la voce dei commercianti, e il loro contributo è importante - puntualizza - a rendere ancora più efficace e non solo di facciata l’intervento».

L’opposizione, invece, incalza accusando la giunta di fare più proclami che azioni. «Gli annunci andrebbero fatti quando si ha la sicurezza di poter arrivare al provvedimento, non dico il giorno dopo, ma a distanza di poco tempo» commenta la portavoce del Movimento Cinque Stelle, Carmen Colomo.

Parole altrettanto dure arrivano da Forza Italia. «Premesso che per me non si combatte il gioco d’azzardo patologico accendendo le slot machine a orari fissi - esordisce il capogruppo Andrea Ballabio - credo che l’anno di ritardo nell’emanazione dell’ordinanza sia lo specchio di una giunta fallimentare. Questa d’altronde non è né la prima né l’ultima cosa che promettono e poi non mettono in campo».

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