Smonta dal servizio nel reparto Covid
Aggredita e picchiata sull’autobus

La vittima è un’”osa” del Sant’Anna, i rapinatori volevano strapparle la borsetta - Botte anche al fratello che ha tentato di difenderla. Le volanti arrestano i due malviventi

Como

Due persone sono state inseguite, rintracciate e arrestate l’altro pomeriggio (venerdì 3 aprile) attorno alle 17.30 in via Alebbio dopo un tentativo di rapina commesso a bordo di un autobus delle linee urbane in transito su via Napoleona.

In carcere, al Bassone, la polizia ha portato Hamza M., 21 anni, nato in Marocco e residente a Camerlata, e Besjan X., 30 anni, nazionalità albanese, residenza a Rebbio. Si sarebbero entrambi resi responsabili di una aggressione piuttosto feroce ai danni di una donna, lei pure di origine straniera,da poco smontata dal suo turno di servizio come “osa”, cioè operatrice sanitaria, in uno dei reparti destinati alla cura dei pazienti colpiti da coronavirus all’ospedale Sant’Anna.

La ricostruzione

A bordo del bus Besjan X. l’avrebbe improvvisamente afferrata al collo nel tentativo di immobilizzarla e di facilitare lo “strappo” della borsetta da parte del suo complice. In compagnia della donna, fatta anche oggetto di minacce e insulti assortiti, c’era il fratello, che ovviamente non ha esitato a intervenire in suo soccorso. Ne è nata una colluttazione parecchio violenta: prima di darsela a gambe e di finire immobilizzati e ammanettati dai poliziotti - intervenuti nel giro di pochi minuti dopo avere ricevuto la richiesta di aiuto dell’autista - i due lo avrebbero davvero riempito di botte, rifilandogli calci, pugni e un paio di colpi bene assestati con una bottiglia di vetro, al punto da lasciarlo privo di sensi sul pavimento dell’autobus, dove gli agenti lo hanno soccorso, insieme ai volontari di una ambulanza della Croce azzurra. Quarantasette anni, l’uomo perdeva sangue dal volto e dalla mano destra ed è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Cantù per essere medicato. Bravi e veloci gli agenti delle volanti: dopo avere ricostruito l’accaduto e raccolto le descrizioni fornite dai testimoni, si sono messi sulle tracce dei due fuggitivi, rintracciandoli e fermandoli nella zona di via Alebbio, benché i due a quel punto già avessero pensato anche di dividersi per dare meno nell’occhio. Una volta in questura sono stati riconosciuti dai testimoni oltre che dalle vittime, quindi trasferiti al Bassone.

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