Tania, cantante canturina
alla prima della Scala

Pacilio, 34 anni, nel coro dell’“Attila” di Verdi La mezzosoprano non era nuova a quel palcoscenico «Ma così è diverso: un’esperienza sorprendente, totale»

Vivere la grandissima emozione di una prima alla Scala di Milano e per di più sul palcoscenico, tra gli artisti protagonisti, è un evento straordinario. Lo ha sperimentato, l’altra sera, Tania Pacilio, trentaquattrenne canturina, chiamata a far parte del Coro scaligero nell’allestimento di “Attila”, l’opera di Giuseppe Verdi che ha aperto la stagione del tempio della lirica milanese. Mezzosoprano, una passione innata per il canto, coltivata fin da ragazzina, quando era alunna al collegio Cardinal Ferrari di Cantù, Tania ha vissuto il suo primo Sant’Ambrogio alla Scala, nonostante non sia nuova a quell’importante palcoscenico.

«È stata davvero un’esperienza sorprendente – spiega Tania, ancora emozionata – Non è la prima volta che partecipo ad allestimenti alla Scala. Ho cantato, tra l’altro, nel coro per Aida e per il Requiem, sempre di Verdi e pensavo che la Prima mi avrebbe dato le stesse sensazioni». Invece, non è stato così. «Fin dall’ingresso in teatro, ho percepito un fervore diverso, una tensione e una concentrazione che coinvolgevano tutta la “macchina” creativa dello spettacolo. Questa tensione è arrivata al culmine quando, dietro le quinte, il Coro ha cantato l’Inno di Mameli. Nessuno ci ha sentito, perché, contemporaneamente, in scena, l’Orchestra suonava proprio l’Inno. È stato comunque un momento intenso, aggregante, difficile da dimenticare. Una sensazione che mi ha caricato al massimo per la prova che avrei affrontato di lì a poco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA