Tanti per l’addio a Fabio,il motociclista di 33 anni morto sulla Novedratese: «ha trovato un modo di sconfiggere la morte»

Carugo Cerimonia partecipata e grande commozione nel ricordo di Tilotta, morto a 33 anni. Don Baruffini nell’omelia ha ricordato la donazione di organi: «Un gesto santo, che porta vita»

Il suo cuore continuerà a battere e i suoi occhi a vedere nuovi orizzonti grazie alla decisione della famiglia Tilotta di dare seguito alla volontà di donare gli organi espressa da Fabio, il motociclista di 33 anni, morto quattro giorni dopo l’incidente avvenuto il 14 agosto sulla Novedratese a Mariano. «Questo non è solo un bel gesto, ma è un gesto santo perché ha portato la vita». Così don Paolo Baruffini si è rivolto alla famiglia, ieri pomeriggio, sotto il campanile di San Bartolomeo dove centinaia di persone si sono ritrovate per dare l’ultimo saluto all’amico a Carugo.

Quella stessa chiesa che lo ha visto crescere attraverso le tappe dei sacramenti ieri ha ospitato il feretro dell’uomo. «Fabio ha già trovato il modo di sconfiggere la morte. E lo ha fatto con quella logica sconvolgente della visione cristiana della vita» ha proseguito il prete. «Davanti alla scelta di donare gli organi noi ci inchiniamo. E vi invito a pensare a tutti quei bambini, uomini e donne che hanno superato la morte, grazie al gesto di Fabio».

Difficile, però, trovare un significato a una perdita improvvisa. Perché stava andando a fare benzina per partire per le vacanze quando il destino ha voluto interrompere il suo viaggio sulla Novedratese lo scorso 14 agosto. Qui, in sella alla moto, Fabio nulla ha potuto fare per evitare l’impatto con Renato Maffina, 73 anni, mentre attraversava la provinciale con il cane: il padrone e l’amico a quattro zampe sono morti quasi sul colpo, mentre il ragazzo è spirato quattro giorni dopo in ospedale a Varese. «È una morte che tortura, questa volta mettendo più dolore nel cuore per la giovane vita, la durezza dell’incidente e il tempo trascorso dalla scomparsa al funerale. Dov’era Dio quel giorno? Io credo che non sia dove tutto fila liscio perché preferisce essere dove lì dove si fa fatica, nascosto nel cuore di chi soffre» ha proseguito don Paolo invitando la famiglia, gli amici e i colleghi a trovare la risposta al proprio dolore nel Signore.

«Vi suggerisco di non smettere di dire grazie, una parola cristiana che ci ha insegnato Gesù, per la sua vita, la sua simpatia, per quella capacità di costruire una famiglia» ha aggiunto il prete. Perché quando il dolore sfida anche la ragione, tocca alle parole restituire la realtà. Quella di un uomo di 33 anni che amava i motori, tanto che aveva comprato anche un’auto d’epoca di sistemare, gli piaceva andare in moto e, ancora, amava stare con gli amici così come con la sua compagna Francesca. «La vita non si misura con il metro degli anni» ha concluso il parroco, invitando i presenti a fare propria la preghiera dei discepoli che hanno incontrato Gesù risorto sulla strada verso Emmaus dove stavano andando dopo la crocifissione del figlio di Dio a Gerusalemme, “resta con noi”. A chiudere la cerimonia è stato il saluto degli amici: «Come dicevi tu, sono sempre i migliori che se ne vanno. Allora ciao Fabio, fai buon viaggio».

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