qualcuno ci farà capire il significato concreto del federalismo demaniale approvato dal Consiglio dei ministri? A leggere i commenti, anche quelli degli addetti ai lavori, Sindaci e amministratori, non ci si capisce granché e, anche per questo pezzo di federalismo, sorgono le domande di trasparenza che Giovanni Sartori ha posto di recente sul Corriere a proposito del parente più importante di questo provvedimento: il federalismo fiscale.
Vorrei semplicemente capirci di più, come penso molti lettori. Ricordando, proprio in tema di demanio lacuale la riforma Bassanini che, negli anni '90, diede il via ad un reale trasferimento di competenze verso i Comuni, promuovendo - quella sì - un riordino radicale nel settore e un sostanzioso trasferimento di risorse. E' con quella riforma che ci si deve confrontare e per questo i commenti, anche quelli degli amministratori che fanno riferimento ai partiti di maggioranza, sono prudenti. Ecco una rassegna. Il sindaco leghista di Travedona sostiene che «oggi i diritti di pesca sono privati, sinceramente non so se rientri nella casistica dei bacini trasferibili. Da cittadino, dico che ci sentiamo già proprietari del lago. Da sindaco, dico invece che è difficile oggi stabilire se ci sarebbe utilità per le nostre piccole comunità e non so cosa potrebbe comportare il passaggio alla Regione». Anche il sindaco di Luino Andrea Pellicini (Pdl), pur favorevole, è prudente e chiede che la proprietà delle aree demaniali del Verbano vada direttamente ai Comuni: «Solo così si possono immaginare nuove concessioni». Graziella Giacon (Lega Nord), sindaco di Laveno Mombello ricorda che «le aree demaniali del lago i Comuni le gestiscono già, ma ci sarebbe la possibilità di maggior flessibilità, agevolando le pratiche per interventi di valorizzazione delle coste, ad esempio per realizzare una passeggiata sul lungo lago. Con la speranza di ottenere anche qualche introito in più dai canoni delle concessioni».
Il presidente della Provincia Dario Galli non crede ci sia la corsa degli enti locali verso tutto ciò che lo Stato vuole trasferire: «Se si tratta di una casa cantoniera, che non produce reddito ed è da ristrutturare, magari un comune non fa richiesta. Lo stesso per una spiaggia di cui con l'acquisto si vedrebbe decurtato il trasferimento statale. Nel concreto, bisogna vedere cosa sarà incluso nell'elenco». Insomma, i territori vogliono vederci chiaro. E giustamente. Forse non hanno fatto male i parlamentari del PD ad astenersi su una riforma dai contorni e dagli effetti indefiniti.
Saluti cordiali
Roberto Caielli
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