A tutti è successo di guardare film di fantascienza nei quali si riusciva a manipolare personalità e relativa memoria personale e ricordi. Sembrava fosse fantascienza ma forse a breve non lo sarà più! L'università di Montreal in Canada sta sperimentando un farmaco che riuscirebbe a cancellare dalla memoria ricordi negativi ed esperienze traumatiche. Pare che il metirapone contenuto in questo farmaco riduca i livelli di cortisolo, ormone coinvolto nei processi di memorizzazione. Personalmente ritengo questa possibilità inquietante. Io custodisco gelosamente anche i miei ricordi negativi: concorrono anch'essi a fare di me ciò che sono in questo istante. Ritengo inoltre che questa non possa e non debba essere una scelta individuale: pensate ai risvolti negativi e ai contraccolpi in una famiglia colpita da un lutto o da una tragedia grave, se qualche membro della famiglia prendesse il farmaco e dimenticasse, mentre altri no. Credo ci vorrebbe un freno a tutto ciò e che certi desideri onnipotenti di manipolazione, andrebbero frenati. La mente non può essere considerata alla sorta di un pc pieno di file, alcuni dei quali si possono cancellare. Sarebbe forse meglio lasciar fare alla natura il suo corso, se non in casi di estremo stress post-traumatico.
Ilaria Mascetti
La natura deve fare il suo corso, il progresso anche. Non lo si può bloccare a priori, scegliendo in quale direzione vada approfondita la ricerca e in quale altra no. La scienza cammina, a volte corre. Bisogna lasciarla camminare e correre verso le sue mete, che spesso si rivelano all'arrivo diverse da come le si era individuate alla partenza. Poi si decide che uso eventuale fare del lavoro della scienza. Si decide con la ragione e si decide con il cuore, perché il cuore ha la medesima importanza della ragione. Anzi, ne ha di più. È (sarebbe) utile cancellare i ricordi sgradevoli? Forse sarebbe inutile, ai fini d'un ipotizzato beneficio della ragione e del cuore. Per il semplice e poco scientifico motivo che una memoria, diciamo così, solo positiva cozzerebbe fragorosamente contro la negatività del presente rendendocelo peggiore di quel che è. Profittando d'un supposto bene, vivremmo d'un male che neppure c'immaginiamo. E poi, chi è (sarebbe) davvero in grado di stabilire che cosa è opportuno rimuovere e che cosa no nell'archivio del nostro passato? È una domanda che viene da quelli che professano una fede, ma che circola anche tra quelli che non la professano. E' la paura ancestrale di sbagliare, e non c'è progresso che riesca a scacciarla. Siamo fragili, e lo resteremo.
Max Lodi
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