Dopo quanto accaduto a Busto Arsizio credo che più di razzismo si debba parlare di stupidità e voglia di protagonismo. Purtroppo in questi casi uno sparuto gruppo di pseudo-tifosi è riuscito nell'intento di far parlare di sè. E di solito caschiamo mani e piedi nella trappola e mettiamo sotto la lente l'intera città, cittadini, politici ed il club. In ogni stadio esistono gruppuscoli che danno sfogo alle loro frustrazioni, e anche se vanno fatti i dovuti distinguo non trovo ci siano molte differenze rispetto agli insulti che gli stessi (a volte a loro si aggiungono insospettabili cittadini comuni) rivolgono ad arbitri, avversari e in alcuni casi ai giocatori del proprio club. In questi casi parlerei di maleducazione e mancanza di rispetto del prossimo.
Romano Valsecchi
Il razzismo non è solo stupidità. Neppure soltanto voglia di protagonismo. È un virus che può portare a degenerazioni gravi, a volte tragiche come insegna la storia. Per questo sul razzismo non si transige. La stupidità e la voglia di protagonismo sono altra cosa. Mediocre e triste. La si osserva spesso negli stadi, quando la ragione rimane a casa e in tribuna sale l'irragionevolezza.
Senza ipocrisie: ci sta che il tifo abbia le sue manifestazioni di raptus passionale, non ci sta che trasformi l'avversario (l'arbitro) in nemico. E che la rivalità e l'obiezione diventino ira e perfino odio. Bisognerebbe che qualcuno educasse al tifo, spiegando che cos'è una cultura sportiva, ma naturalmente è un'utopia: in fondo non dispiace a tanti, e per tanti motivi, che in un canale di sfogo sia drenato il malumore dal fiume della quotidianità incattivita.
Max Lodi
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