Gianfranco Mortoni
La storia è un po' diversa. Baggio ha lasciato la presidenza del settore tecnico della Federcalcio per mancanza di senso pratico. Per incapacità realizzativa. Per non aver saputo corrispondere agl'intenti, se non alle promesse. C'era sì e c'era no, alle riunioni del consiglio federale. Messaggiava sì e messaggiava no (praticamente no) ai milioni d'appassionati che avrebbero gradito sue parole d'indirizzo, passione, progettualità.
Baggio è stato una delusione come dirigente, e la sua vicenda simboleggia quant'è difficile a volte vivere due vite professionali diverse. Specialmente nello sport. Fior di campioni non si sono dimostrati il fior fiore degli allenatori o dei direttori sportivi o dei presidenti. Il talento naturale nel trattare il pallone non equivale a parallela abilità nel condurne a buon fine le sorti di movimento sportivo di massa. Ci vogliono qualità diverse, che sono indipendenti quelle mostrate sul campo di gioco. Anche in altri settori del lavoro e della vita va allo stesso modo: non si è buoni per conseguire ogni buon risultato.
Max Lodi
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